Funghi medicinali, una moda social? Tutto quello che serve sapere

In Oriente sono conosciuti da millenni e la micoterapia è anche negli ospedali. In Europa non sono farmaci, ma integratori alimentari. Ecco quali sono i più famosi, tra proprietà, rischi e consigli per assumerli in sicurezza
Lion’s Mane (Hericium erinaceus)
Lion’s Mane (Hericium erinaceus)
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Etichette dipinte ad acquarello, barattoli dal design minimal, nomi accattivanti. Sul web compaiono sempre più spesso nelle mani di influencer di wellness, ma anche di erboristi e farmacisti attivi su Instagram e TikTok. Sono i funghi medicinali, che di medico – bene dirlo fin da subito – non hanno ufficialmente nulla. Da millenni le loro proprietà sono conosciute in Oriente, esaltate dalla medicina tradizionale, ma in Europa non si possono considerare farmaci. L’Efsa – l’autorità Ue per la sicurezza alimentare – li annovera tra gli integratori e per la loro immissione sul mercato serve la notifica del Ministero della Salute.

Ma perché iniziano a fare capolino sempre più spesso nelle routine di molti occidentali? Lo zampino della pubblicità martellante su Internet e la comodità dell’e-commerce hanno fatto il loro, ma molto ha a che fare con il crescente interesse per i rimedi naturali. Tra questi, appunto, la micoterapia. «I funghi medicinali stanno vivendo un periodo d’oro – conferma il botanico Andrea Mastinu, ricercatore impegnato nello studio delle piante medicinali e docente di Fitoterapia e Biodiversità vegetale all’Università degli Studi di Brescia – ma serve andare oltre gli slogan sensazionalistici e prestare molta attenzione alla sicurezza, anche dei prodotti naturali».

Cosa sono i funghi medicinali

Innanzitutto, è utile circoscrivere la materia. «I funghi fanno parte di un regno a sé stante – precisa il prof. Mastinu – che interagisce con le piante da 950 milioni di anni: esiste un continuum importante tra loro e l’ecosistema in cui sono cresciuti».

Cordyceps (Cordyceps sinensis)
Cordyceps (Cordyceps sinensis)

Un’osservazione non casuale: l’ambiente in cui i funghi si sviluppano ha un impatto enorme sul loro valore nutrizionale e salutistico e questo incide anche sulla sicurezza. I funghi medicinali, nello specifico, contengono composti in grado di portare beneficio alla salute umana. «Le loro molecole bioattive sono soprattutto polisaccaridi (principalmente betaglucani) che hanno effetti immunomodulanti e adattogeni: rafforzano il sistema immunitario e aiutano l’organismo ad adattarsi allo stress» spiega Mastinu. Inoltre, al loro interno troviamo antiossidanti, vitamine e minerali. «Alcune specie – sottolinea il ricercatore – possono avere potenziali proprietà antibatteriche, antivirali e antitumorali, oltre a regolare colesterolo e glicemia, ma gli studi clinici sull’uomo sono ancora pochi e con risultati non sempre coerenti».

I funghi medicinali in Oriente sono conosciuti e utilizzati da millenni. «Il più antico manuale cinese di micoterapia dell’imperatore Shennong, che visse intorno al 2800 a.C., già descrive il fungo Reishi» racconta il bresciano Walter Ardigò, medico chirurgo, psichiatra, psicoterapeuta, omeopata e tra i massimi esperti di funghi medicinali in Italia, autore anche di diversi libri sul tema. «Dal 1980 in Cina sono perfino usati come protocollo di cura in ospedale, mentre lo Shiitake in Giappone lo è fin dal 1976».

Secondo Ardigò i funghi medicinali «sono ricchissimi di principi attivi rari in natura: beta glucani, terpeni, adenosina, enzimi, chelanti, antiossidanti e prebiotici. Grazie alla loro composizione, sono in grado di rafforzare le funzioni fisiologiche indebolite, depurare ed eliminare gli accumuli di tossine, favorire la circolazione del sangue e della linfa e, con essa, il nutrimento degli organi, aumentando la forza fisica e mentale».

I più famosi

I funghi medicinali più popolari sono circa una decina. Alcuni hanno nomi altisonanti (come il Lion’s Mane, criniera di leone, conosciuto più comunemente come Hericum), altri sono meglio noti con la loro denominazione scientifica in latino: ecco nelle schede interattive qui di seguito una panoramica dei principali e dei loro potenziali benefici.

Ogni fungo ha la sua storia e la sua provenienza. Il Chaga, ad esempio, viene dalla Siberia ed era usato in infuso dagli sciamani come rimedio per la gastrite e i problemi della pelle. Il Cordyceps invece è originario del Tibet ed è molto apprezzato dagli sportivi perché pare aumenti l’energia fisica. Altri crescono in Asia, America, persino in Italia. Quel che è certo è che – a prescindere da dove vengono coltivati – non è la stessa cosa consumare la polvere di fungo intero (ricca ma meno concentrata) o gli estratti standardizzati (più potenti, ma anche più costosi). «La differenza – precisa Ardigò – sta nella concentrazione di beta glucani: sono circa il 3-4% nello sporoforo polverizzato e il 30% nell'estratto secco».

Dove si comprano e come si assumono

Non immaginate di andare per boschi con il cestino: i funghi medicinali si assumono sotto forma di polveri, compresse o capsule. Perché abbiano efficacia, i funghi vanno assunti con dosaggi precisi e controllati: per ottenere i principi attivi di un estratto servono enormi quantità di materia prima, anche quintali.

Inoltre, un aspetto non secondario: prima di assumerli è bene informare il proprio medico di base ed escludere l’interazione con le terapie per le malattie croniche, come ad esempio il diabete.

I funghi medicinali si assumono in polvere, capsule o compresse
I funghi medicinali si assumono in polvere, capsule o compresse

Gli integratori in compresse sono i più diffusi. Tra le maggiori aziende produttrici in Italia c’è «Funghi Energia & Salute», che ha sede in Franciacorta, a Provaglio d’Iseo. Oltre a gestire una piattaforma e-commerce di integratori alimentari a base di funghi medicinali, rivende a erboristerie, farmacie e negozi specializzati. Inoltre, l’azienda bresciana si è specializzata anche nella produzione di cosmetici con i funghi medicinali (creme viso e corpo, shampoo, balsamo e fiale per i capelli). «Il Reishi costituisce il segreto della bellezza delle donne orientali, che lo utilizzano da millenni» chiarisce Walter Ardigò, che è consulente medico scientifico dell’azienda, è agopuntore e ha approfondito la pratica all’Università di Shangai, dove ha conosciuto e studiato la micoterapia. «Questo fungo rende la pelle luminosa e liscia, schiarisce le macchie dell’età e rimuove piccole cicatrici, rinforza i capelli. Non è il solo: in cosmetica si usa anche il Chaga, che è un potente antiossidante che protegge la pelle e la rende più elastica e tonica». Afferma Ardigò che i funghi medicinali sono molto utili sia per la prevenzione che per la salute e il benessere. «Sono compatibili con i farmaci convenzionali con cui lavorano in sinergia».

In via Enrico Fermi a Brescia, in zona Mompiano, c’è «Emporio nel bosco» specializzata in integratori naturali e anche in funghi medicinali. «Abbiamo aperto nel 2020 e il 95% dei nostri clienti compra online e vive fuori dalla nostra provincia» chiarisce subito il titolare Michele Frosio, ingegnere meccanico di 32 anni che dopo aver lavorato per tre anni in Copan ha cambiato vita, aprendo l’Emporio ma anche l’agenzia di comunicazione digitale Beamlight. «Sono da sempre molto appassionato di fitoterapia e psicosomatica e il mio progetto nasce dal desiderio di aiutare le persone a stare meglio con rimedi naturali».

Ma tutta questa passione per i funghi medicinali non sarà una bolla social? «Da esperto di marketing rispondo che sì, il rischio che diventino una moda c’è. Per questo è fondamentale affidarsi solo a professionisti e imparare a leggere le etichette».

Turkey Tail (Trametes versicolor)
Turkey Tail (Trametes versicolor)

Per andare oltre la curiosità e soprattutto evitare di assumere prodotti in modo disordinato, Frosio organizza incontri con esperti e webinar mensili online gratuiti. «Nel mio team ci sono professionisti per consulenze personalizzate e collaboro con un’azienda di San Marino, Animakima, che produce anche integratori a base di funghi».

Sicurezza

L’immissione in commercio dei funghi medicinali non segue la rigorosa trafila di sicurezza e tracciabilità dei medicinali. «Possiamo considerarli dei coadiuvanti del benessere ma non dei farmaci – ripete il prof. Andrea Mastinu – ma come tutti gli integratori alimentari prodotti in Unione Europea sono sicuri dal punto di vista microbiologico e degli inquinanti ambientali come i metalli pesanti». Capita spesso però che la materia prima provenga da Paesi extra Ue, come il Brasile, per questo serve prestare molta attenzione alla tracciabilità dei prodotti.

Reishi (Ganoderma lucidum)
Reishi (Ganoderma lucidum)

«Il mio suggerimento – sottolinea il docente di UniBs – è preferire integratori con certificazioni di qualità (Gmp, Iso e biologiche) e scegliere quelli che dichiarano il titolo in composti attivi e non solo la dicitura generica "polvere di fungo"». Da evitare sono in ogni caso flaconi con etichette poco chiare o che riportano slogan miracolosi.

Il futuro della materia

«Siamo lontani da vere e proprie terapie basate su funghi medicina – dichiara Mastinu -, ma ci sono diverse sperimentazioni in corso». Ad esempio, il Lion’s Mane è stato al centro di uno studio pilota su pazienti con lieve declino cognitivo e ha fatto registrare un miglioramento delle funzioni, mentre il Cordyceps è stato testato su persone con affaticamento cronico e problemi renali. «Mi auspico che aumentino sempre di più gli studi clinici rigorosi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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