Liquami e scarti: dall’agricoltura il bio metano
Trasforma i reflui degli allevamenti e i sottoprodotti agricoli in metano liquefatto e alimento per la terra. Combustibile green ottimale per camion e navi più fertilizzante bio. Un esempio di economia circolare che fa bene all’ambiente, alle aziende, alle attività. È l’impianto Bio Industria inaugurato ieri in località Cascina Parolina a Verolanuova.
Un investimento di 12 milioni realizzato dal gruppo bresciano Lazzari&Lucchini in partnership con il finanziatore Green Arrow Capital e la TotalEnergies Italia, a cui è destinato il biometano liquido.
Fra le aziende che acquisiranno il combustibile verde c’è il gruppo della grande distribuzione Carrefour. Brescia è all’avanguardia nel settore della produzione di biometano. Il settore è stato regolamentato da una legge nel 2018: da allora in Italia sono nati ventidue impianti, ma dei cinque alimentati dagli scarti agricoli (gli altri usano la forsu, frazione organica dei rifiuti urbani) due si trovano nel Bresciano. Fra un anno saranno sei, tutti firmati dalla coppia L&L-Green Arrow. Accanto al Bio Industria, dall’agosto del 2020 funziona il Bio Verola, sempre nella cittadina della Bassa. Fra un paio di mesi sarà attivato l’impianto Bio Tre Ponti a Borgo San Giacomo, l’anno prossimo toccherà ai digestori Bio Gottolengo, Gambarasca ancora a Verolanuova e Bio Sole a Montichiari.
I numeri. Nella nostra provincia si contano 86 impianti di biogas agricoli (451 in Lombardia e 1.500 a livello nazionale), a cui bisogna aggiungere altri 42 che entreranno in esercizio nei prossimi due anni. Producono energia elettrica e termica, più fertilizzante per l’agricoltura. Il biometano è un passo avanti, più green, e richiede una lavorazione successiva (leggi articolo sotto). La produzione nazionale di energia da biogas è di 8.276 giga Watt, quella regionale di 2.862: Brescia rappresenta il 5% della produzione italiana. Il biometano liquefatto abbatte le emissioni di anidride carbonica: su un mezzo così alimentato la riduzione, rispetto ad un Euro VI Diesel, arriva all’80%. Il suo utilizzo è particolarmente adatto per le lunghe distanze, quindi autobus interurbani, autocarri, tir, navi. L’assessore. Transizione ecologica e sostenibilità ambientale sono parole d’ordine anche in agricoltura. L’assessore regionale Fabio Rolfi pone però una questione. «Siamo a un bivio», dice. «Dobbiamo decidere se far prevalere una visione ideologica oppure moderna, che trasforma i problemi in opportunità». Si deve «coniugare la sostenibilità ambientale e quella economica delle aziende agricole». I reflui zootecnici, sottolinea, sono «una risorsa. L’ingegno imprenditoriale e la tecnologia sono le armi vincenti per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità ambientale, non i vincoli o i divieti in danno delle aziende».
I presidenti. Biogas e biometano sono strumenti importanti, riconoscono i presidenti di Coldiretti, Ettore Prandini, e di Confagricoltura, Giovanni Garbelli. «Siamo favorevoli a tutto ciò che valorizza il sottoprodotto agricolo», dice Prandini. «Trasformarlo in energia rinnovabile oppure in metano è cosa buona, anche perché nel processo si ottiene ottimo fertilizzante». Una pratica «positiva soprattutto quando viene attuata direttamente dall’impresa agricola». Che spesso, però, non dispone dei capitali necessari per l’iniziativa. Vanno bene anche i privati ovviamente, «basta che non si crei una concorrenza sleale per l’uso dei terreni», aggiunge Prandini. «Innanzitutto va tutelata la produzione agricola. Quando soggetti non agricoltori prendono in affitto terreni da destinare alla produzione di energia si creano distorsioni di mercato. Non si deve sottrarre campagna alle imprese agricole». Il percorso di sistema verso la transizione ecologica «è difficile e impegnativo», commenta Garbelli. «Non si può fare dalla sera alla mattina».
Ma è necessario, inoltre «consente all’agricoltura di diventare sostenibile». Per la mobilità green «serve lavorare insieme allo scopo di ottenere un mix di elettrico, fossile, biometano». Impianti come quello inaugurato ieri a Verolanuova «vanno nella direzione giusta». Anche per Garbelli occorre però fare attenzione. Nella produzione di energia e combustibile green «protagonisti devono essere gli agricoltori. La vera criticità è che entrino in campo speculatori. Invece gli impianti devono essere al servizio dell’agricoltura». Il Bio Industria di Verolanuova rifornirà le stazioni di servizio di TotalEnergies. Un altro passo verso la riduzione delle emissioni e la decarbonizzazione grazie all’uso virtuoso dei reflui e delle biomasse agricole.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
