GdB & Futura

Innovare? Sì, ma spingendo sulla domanda delle aziende

Alfonso Fuggetta del Politecnico di Milano riflette su come innescare processi innovativi nel sistema produttivo italiano
Come fare per stimolare la domanda di innovazione da parte delle aziende?
Come fare per stimolare la domanda di innovazione da parte delle aziende?
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Su Il Foglio di qualche tempo fa, Alfonso Fuggetta del Politecnico di Milano ha fatto alcune considerazioni sull’innovazione che meritano una ripresa. Fuggetta (che recentemente ha pubblicato per Egea il libro Il Paese innovatore) la vede così. È un po' inutile per l'Italia immaginare di copiare la Germania e i suoi 72 Fraunhofer, ovvero centri di competenza che rappresentano la spina dorsale del sistema innovativo e quindi industriale tedesco. Certo, sarebbe bello, ma i tedeschi son tedeschi e ai Fraunhofer ci lavorano da mezzo secolo. Noi abbiamo i competence center, avviati da qualche anno, e, francamente, ad oggi poco o nulla efficaci. 

Che fare dunque, si chiede Fuggetta per iniettare dosi massicce di virus innovativo nel nostro sistema produttivo? Anziché farlo dal punto di vista dell'offerta (i centri di innovazione che studiano e sperimentano e poi offrono alle aziende quel che hanno trovato) bisogna intervenire sul fronte della domanda. Ovvero: che siano le aziende a chiedere cose innovative, il sistema che sta intorno (pubblico o privato che sia) si adeguerà.

Va da sé che serve una politica che abbia visione e che quindi trovi il modo per far sì che le aziende siano spinte ad innovare. Il credito d'imposta, commenta Fuggetta, è un buon modo: è automatico, certo e veloce, dà un vantaggio immediato all'azienda che è rapidamente stimolata ad innovare e a studiare progetti di innovazione e spinge il mondo di chi offre innovazione (startup, centri di ricerca e innovazione, università) a qualificarsi a sua volta diventando fornitori di innovazione perché, diversamente, le aziende andranno da qualche altra parte a cercarla.

 

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