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Auto: la scelta possibile fra ibride, plug-in o zero emissioni

Come orientarsi al meglio fra le tecnologie presenti sul mercato. I produttori ci credono e investono
Elettrificate: aumentano offerta e scelte possibili
Elettrificate: aumentano offerta e scelte possibili
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Meno di 30 chilometri al giorno. Questa è la percorrenza media dell’automobilista italiano. Di fronte a chilometraggi sempre più ridotti (a meno che l’auto non serva per lavoro) e al rinnovo dei bonus, è ovvio che la scelta di una nuova quattroruote possa e debba orientarsi verso il listino delle elettrificate o delle elettriche pure. La scelta ormai è più che ampia, tanto che le case oggi offrono spesso tutte le tipologie disponibili sullo stesso modello.

Parliamo di ibride mild o full la cui tecnologia permette di recuperare l’energia cinetica, che verrebbe sprecata nelle fasi di frenata e di decelerazione, per poi riutilizzarla per supportare o per escludere completamente, per tratti più o meno lunghi (è il caso delle full), il propulsore termico. La comodità è innegabile, poiché questi tipi di trazione non implicano soste per la ricarica. Poi ci sono le ibride plug-in (termine che potremmo tradurre con «attacca la spina») che, con una dotazione di batterie più robusta, pur mantenendo un’unità termica, possono percorrere sino a 40-50 chilometri in sola modalità elettrica, oppure diventare particolarmente brillanti se utilizzate in combinazione con il più tradizionale motore a scoppio. Le ibride plug-in vanno ricaricate puntualmente, pena un sensibile aumento dei consumi di carburante dovuto al maggior peso (tanto che i costruttori non dichiarano questo dato quando la batteria è scarica). Va detto che nelle plug-in il recupero di energia in frenata è più efficiente rispetto a un’auto ibrida normale, questo perché con un motore elettrico più potente il sistema di ricarica inerziale è quasi ottimale. Quelle che vanno senza dubbio ricaricate (ovvio!) sono le elettriche.

Chi può installare la wall-box (il dispositivo che preleva la corrente dall’utenza elettrica domestica in sicurezza e la trasmette, tramite cavo, all’auto) è indubbiamente avvantaggiato. Ma non disperiamo: per elettriche o plug-in il futuro è roseo, nel senso che le centraline pubbliche sono destinate ad aumentare di anno in anno. Basta avere un po’ di pazienza. Il dilemma. Spiegate le differenti tecnologie non resta che scegliere. Se non avete mai provato un’auto elettrica fatelo. È un’esperienza entusiasmante... almeno per ogni appassionato di dati come coppia e ripresa zero-cento, ma anche per chi vuole e può spendere di più a favore dell’eco-mobilità. Ciò detto, mentre per le ibride non c’è problema, per plug-in ed elettriche servono delle attenzioni maggiori.

Per le prime va detto che è un peccato lasciarle scariche, per le seconde è necessaria della programmazione in più nel caso si intraprenda un viaggio. A dire il vero i sistemi di bordo segnalano la necessità di ricarica e le centraline più vicine, mentre l’autonomia (a condizione di avere una guida attenta, ovvero green) oggi diventa sempre più interessante. La ripartenza. Torniamo al dato iniziale. La maggior parte di noi rientra fra coloro che non percorre più di 30 chilometri al giorno: questo non esclude che ibride, ibride plug-in ed elettriche siano da prendere in seria considerazione e lo saranno sempre più con il progredire dei servizi dedicati alla tipologia. Le plug-in e le elettriche sono poi il massimo per chi si muove in ambito urbano. A crederci sino in fondo sono le stesse case produttrici, che hanno messo sul piatto investimenti multimiliardari per non mancare l’obiettivo di una eco-mobilità privata più sostenibile.

 

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