Scuola

Cattedre scoperte, si passa alla chiamata diretta dei presidi

Nelle scuole bresciane, d due mesi dall’avvio dell’anno, manca personale soprattutto nelle primarie e per il sostegno
Una insegnante alla lavagna virtuale - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una insegnante alla lavagna virtuale - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Mancano ancora insegnanti nelle scuole bresciane (e non solo) di ogni ordine e grado. Nonostante l’anno scolastico sia già avviato da un paio di mesi, e nelle eccezionali condizioni in cui si sta svolgendo la didattica con la pandemia in atto, ad oggi gli organici non sono completati. All’Ufficio scolastico provinciale si sta continuando a convocare i docenti iscritti nelle Gps (Graduatorie provinciali scolastiche), anche se la maggior parte del lavoro - per un 80-90% - è stato portato a termine, e gli istituti superiori di secondo grado risultano sostanzialmente «coperti», specie in città.

Permangono però difficoltà nel reclutare il personale soprattutto per il sostegno e nelle scuole primarie. Tanto che il Miur, non più tardi di mercoledì, ha diramato una nota di aggiornamento inerente le istruzioni operative «in materia di supplenze al personale docente da Mad».

Mad, ovvero la «messa a disposizione», un po’ l’ultimo anello del precariato a partire da Gps, quindi Gi (Graduatorie d’istituto) per arrivare, infine, alla chiamata che può essere effettuata dai presidi da un elenco in cui hanno fatto domanda gli aspiranti che non sono in possesso di un titolo abilitante e non rientrano nelle due precedenti graduatorie.

Sono tanti, giovani e meno giovani, compresi neolaureati e studenti universitari. Il documento ministeriale specifica che, per la copertura di posti non assegnati anche a operazioni di nomina concluse è possibile «in via eccezionale», e limitatamente all’anno in corso, «procedere alla nomina attraverso le Mad dei docenti inclusi anche in Gps o in graduatorie di istituto di altre province (novità, questa, rispetto alle indicazioni del 5 settembre, ndr)».

Viene da chiedersi come mai il Miur emani una simile comunicazione, a novembre, quando le scuole dovrebbero essere ormai a regime. Forse perché qualcosa non ha funzionato nel meccanismo di conferimento incarichi sulle Gps, avvenuto online e mediante la contestata piattaforma SiGeCo (si ricorderà il «caos nomine», determinato dagli sbagli nei punteggi)?

Oppure l’«onda lunga» del Covid ha indotto a rinunciare un elevato numero di insegnanti, soprattutto provenienti dal Sud, che temevano di rimanere «incastrati» da un nuovo lockdown? Sono 32mila, complessivamente, gli iscritti alle Gps nella provincia di Brescia e la quota delle rinunce si attesta intorno al 20-30%. «In linea con lo scorso anno - chiarisce la responsabile del Settore reclutamento e organici dell’Ust, Elena Armenio -. C’è sempre una percentuale di persone che si iscrivono in queste graduatorie, per avere un "posto di riserva", ma non necessariamente sono tra coloro che di consueto lavorano per lo Stato. Spesso hanno anche altri lavori, comunque non sono abbastanza motivati. Quest’anno sono stati messi a disposizione anche più posti, essendo venuto meno il limite di 20 scuole nella provincia». Astenersi perditempo. 

«Non si ha idea di quanto lavoro comporti predisporre la graduatoria e dare alla scuola la speranza della copertura. Eravamo tentati di scrivere "astenersi perditempo"», commenta la funzionaria, la quale ritiene inoltre «difficile» imputare una minore adesione agli sbagli nel computo dei punteggi, «avendo chiamato quasi tutte le graduatorie e proponendo ai candidati tutti i posti disponibili, man mano si liberavano dopo le rinunce».

C’è anche chi, come l’Anp-Associazione nazionale dirigenti pubblici, pur ritenendo valida la soluzione sulle Mad adottata dal Ministero, afferma che «è necessario risolvere in tempi brevi tutti i problemi che affliggono le Gps», denunciandone «le criticità determinate dalla gestione inefficace in molti ambiti territoriali».ScuolaTra difficoltà e prospettive

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