Da Vinci 4.0

La sfida dell’hackathon per placare la «sete» di innovazione dei giovani del Golgi di Breno

Il liceo camuno alla prima partecipazione al progetto Da Vinci 4.0. Temporelli: «Gli outsider i veri rivoluzionari»
Da Vinci 4.0: la tappa al Golgi di Breno
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Fame, o forse sarebbe meglio dire sete visto che il tema dell’hackathon 2023 è l’acqua. È questa la spinta che porta all’innovazione, alla rivoluzione. Così è sempre stato in passato, come ha ricordato il fondatore di The FabLab Massimo Temporelli agli studenti del liceo Golgi di Breno, new entry di questa quarta edizione del Da Vinci 4.0 (il racconto della tappa nello speciale in onda stasera alle 20.15 su Teletutto). E così sarà anche nel futuro più prossimo, quello dove la quarta rivoluzione industriale in atto si concretizzerà completamente.

«Le civiltà, o gli uomini, che hanno sviluppato più innovazione negli ultimi secoli sono stati quelli affamati di rivalsa - chiarisce Temporelli -. La prima rivoluzione industriale è avvenuta in Inghilterra ed è stata avviata dall’invezione di un outsider, James Watt, che aggiustava le macchine nei laboratori dell’università di Glasgow e ha sviluppato la macchina a vapore. Nella seconda è Thomas Alva Edison, uno yankee povero e poco più che autodidatta, a scoprire l’elettricità. Poi arrivano Steve Jobs e Bill Gates, che oggi sappiamo essere diventati ricchi, ma che all’epoca erano degli startupper con gli uffici nei garage dei genitori».

«Oggi - prosegue il divulgatore scientifico - io spero che la "fame" torni in Europa grazie a questi giovani, che sentono il mondo sgretolarsi loro addosso e che, con l’intelligenza e la cultura che hanno, possono prendere in mano la situazione».

Concretezza

Una delle tecnologie mostrate nel corso della lezione nella scuola di Breno - © www.giornaledibrescia.it
Una delle tecnologie mostrate nel corso della lezione nella scuola di Breno - © www.giornaledibrescia.it

Alla chiamata del Da Vinci 4.0 hanno risposto anche i nove studenti del team Idrogolgi del liceo camuno di Breno, guidati dal professor Paolo Fiorini. Una squadra mista, tra indirizzo scientifico e scienze applicate. «Credo che l’acqua sia un tema su cui è necessario sensibilizzare e cercare delle soluzioni innovative - commenta Giovanni Dò della classe quinta dello scientifico -, e dato che saremo noi giovani a doverci confrontare con le conseguenze dei problemi climatici di adesso, credo spetti sempre a noi tentare di risolverli».

Anche Alessia Domeneghini di scienze applicate ha scelto di partecipare al progetto perché interessata all’ambito ambientale, mentre è la possibilità di approfondire l’idroelettrico ad aver attirato Andrea Poma, che frequenta la terza superiore dell’indirizzo scientifico. «Sono sempre stato attratto dalla scienza - ammette invece Matteo Chiacchiera, che frequenta il liceo di scienze applicate -, in particolare dalla fisica, e volevo approfondire queste conoscenze facendo un’esperienza nuova e soprattutto concreta».

Uno dei tratti caratteristici di Da Vinci 4.0 è infatti essere un’esperienza molto pratica oltre che teorica, come sottolinea Mattia Guarinoni di quarta scientifico: «Ho scelto di partecipare perché ritengo possa essere una buona occasione per sviluppare nuove abilità lavorando in gruppo». Dello stesso avviso anche il professor Fiorini, insegnante di matematica e fisica: «Il Da Vinci 4.0 ci è sembrato una proposta ideale per i nostri studenti, per proporre loro qualcosa di diverso da quello che di solito facciamo in classe, qualcosa di più applicativo, per stimolarli nell’uso delle tecnologie e prepararli meglio al loro futuro».

Edison

La storica centrale camuna di Sonico - © www.giornaledibrescia.it
La storica centrale camuna di Sonico - © www.giornaledibrescia.it

Lì dove l’acqua luccica e alimenta le centrali idroelettriche di Edison. Che per il primo anno è partner del Da Vinci 4.0, progetto creato dal Giornale di Brescia in collaborazione con The FabLab e Talent Garden per contribuire a diffondere la tecnologia nelle scuole e creare un ponte con il mondo del lavoro. Ed è proprio The FabLab il tramite che ha coinvolto Edison in questa nuova avventura.

«Con il team di Temporelli e Giulia de Martini lavoriamo insieme da diversi anni nelle scuole di tutta quanta l’Italia - chiarisce Mattia Seira, responsabile dei rapporti con i territori e power asset -. Quando ci è stato presentato questo progetto non potevamo non accettare, anche perché è assolutamente in linea con la nostra politica di sostenibilità, che ha al centro persone e territori». Quello della Valcamonica è un territorio visceralmente legato all’acqua, e mai tema avrebbe potuto essere più adatto per gli studenti del liceo Golgi di Breno.

«L’abbiamo scelto prima di tutto perché è estremamente chiaro - precisa Matteo Villa, learning specialist di The FabLab -, qualcosa alla portata degli studenti, con la quale possono relazionarsi immediatamente. Allo stesso tempo l’acqua è la punta di un iceberg che possono andare a scandagliare liberamente, declinandone le varie possibilità e applicazioni anche nella vita di tutti i giorni».

L’apprendimento, infatti, diventa efficace se lo studente definisce la sua esperienza, se può attribuirle il suo significato e quindi andare a poco a poco a costruire un bagaglio di conoscenze basato sulle proprie attitudini e sulla propria indole. «Un tema così ampio - aggiunge Villa - merita di essere approcciato da più punti di vista. Gli studenti potranno proporre una soluzione pratica, che utilizzi la tecnologia per risolvere un problema con un approccio pragmatico, ma anche un progetto più artistico e comunicativo, che promuova la sensibilità sociale».

Ricordiamo che la consegna dei progetti è fissata per venerdì 5 maggio, mentre l’evento finale, con le presentazioni e le premiazioni, è in programma alla fine di maggio. Sul portale www.davinciquattropuntozero.it sono disponibili tutte le risorse tecnologiche di supporto create da The FabLab.

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