Tumore del collo dell'utero con il test Hpv Dna

Il Papillomavirus umano (HPV) è responsabile ogni anno in Italia di circa 3.500 nuovi casi di malattia. Oltre a Pap Test e vaccino, oggi le donne hanno a disposizione anche una nuova arma di prevenzione, rimborsata dal Servizio sanitario nazionale.
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Il tumore del collo dell'utero rappresenta nel mondo la seconda forma di cancro più diffusa tra le donne dopo il tumore al seno e in Italia è responsabile di 1.100 decessi ogni anno. È ormai accertata la relazione tra questo tumore e l'infezione da Papillomavirus umano (HPV); per prevenirlo circa 5 milioni di donne in Italia si sottopongono ogni anno a test di screening eppure, nonostante la conoscenza approfondita e i passi avanti nella prevenzione, i controlli organizzati riguardano effettivamente solo il 39% delle donne italiane, coinvolte in programmi di screening. Un dato allarmante, se si considera che questo tumore impiega circa 10 o 20 anni per svilupparsi ed è per questo motivo prevenibile al 100%.

Lo scenario dello screening

Oggi lo scenario dello screening sta cambiando. La tecnologia molecolare e i progressi nella rilevazione del DNA virale hanno reso possibile lo sviluppo del test HPV, che individua con grande anticipo le lesioni pre-cancrose e permette di intervenire precocemente, prima che questo possa causare lesioni cancerose del collo dell'utero.

"Il test HPV rappresenta un'importante innovazione a disposizione di tutte le donne – commenta il prof. Massimo Origoni, Cattedra di Ginecologia e Ostetricia, Università Vita Salute San Raffaele di Milano - Le evidenze scientifiche dimostrano che il test HPV è in grado di individuare con maggiore sensibilità le trasformazioni pretumorali del collo dell'utero rispetto al Pap test. Questo ci consentirebbe uno screening più efficace e una diagnosi anticipata. Inoltre, in caso di negatività del test HPV, considerando la storia naturale della trasformazione neoplastica della cervice uterina, diventa possibile allungare fino a 5 anni l'intervallo tra un controllo e il successivo, con benefici per la donna e per la struttura sanitaria".

Come si esegue

Come il Pap test, anche il test HPV si esegue con un semplice prelievo di cellule dal collo dell'utero, il campione viene quindi conservato in un liquido e analizzato con la tecnologia molecolare HC2 (Hybrid Capture 2), che si basa sull'amplificazione del segnale per il rilevamento del DNA e permette di individuare fino a 13 tipi di HPV responsabili del 93% dei casi di pre-cancerosi. Un'elevata sensibilità clinica che raggiunge quasi il 100% in associazione al Pap test. "

La prevenzione del tumore del collo dell'utero rappresenta un modello vincente nel campo oncologico – ha dichiarato il dott. Mario Sideri, Unità di Ginecologia Preventiva dell' Istituto Europeo di Oncologia di Milano -. Oggi conosciamo a fondo la storia naturale di questo tumore e disponiamo di risorse molto potenti che debbono essere ben utilizzate. Il Pap test ci ha permesso di raggiungere importanti risultati e oggi, con il test HPV, possiamo ottimizzarne l'uso sulla popolazione a rischio. È quindi importante che tutte le donne siano a conoscenza delle possibilità di prevenzione disponibili, per poterle sfruttare al meglio".

L'efficacia di prevenzione del test HPV è stata confermata dal recente studio italiano condotto dal gruppo NTCC (New Technologies for Cervical Cancer Screening Working Group), che ha coinvolto circa 100.000 donne italiane tra i 25 e i 60 anni. I dati, pubblicati da prestigiose riviste scientifiche, hanno evidenziato che il test HPV aumenta del 50% rispetto al Pap test la sensibilità nell'individuare lesioni cellulari di alto grado, che se persistenti, possono evolvere in tumore. Questi dati hanno posto le basi per l'introduzione del test HPV nella pratica clinica dello screening primario al posto del Pap test, lasciando a quest'ultimo un importante ruolo di selezione delle donne da inviare a esami più approfonditi, data la sua maggiore specificità.

Strumenti di prevenzione

L'introduzione del Pap test nella pratica di screening ha salvato la vita a centinaia di migliaia di donne, perché ci ha permesso di agire precocemente sulle lesioni cervicali che possono evolvere nel tumore del collo dell'utero. Le evidenze scientifiche hanno mostrato la relazione tra il Papillomavirus e questo tumore. Senza la presenza del Papillomavirus il tumore non si sviluppa ed è stato sviluppato un test, il test HPV DNA, che verifica se l'infezione da HPV è presente e se si risolve spontaneamente. Altra importante "arma" di prevenzione è la vaccinazione, rivolta alle giovani donne, che previene l'infezione da parte dei tipi di Papillomavirus più frequentemente responsabili dello sviluppo della malattia.

Chi deve fare il test HPV Dna?

Il test HPV DNA è raccomandato per tutte le donne a partire dai 30 anni di età. Sopra i 30 anni, infatti, il rischio che l'infezione da Papillomavirus sia persistente e provochi lo sviluppo del tumore aumenta. Il test permette di intervenire con grande tempestività, in qualche caso ancor prima che il Pap test sia alterato.

Oggi il test HPV è rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale Italiano come test diagnostico di secondo livello, a un costo variabile da Regione a Regione.

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