In Poliambulanza partirà il nuovo corso di laurea su medicina rigenerativa

Nel Centro intitolato a madre Menni la ricerca sarà centrale accanto alla cura
CRONACA BRESCIA VIA DON PINZONI POLIAMBULANZA CENTRO MENNI PREMIAZIONI E NUOVI SPAZI RICERCA NELLA FOTO ORNELLA PAROLINI CON GRUPPO RICERCATORI PER RAMPULLA 23-06-2023 MARCO ORTOGNI NEW EDEN GROUP
CRONACA BRESCIA VIA DON PINZONI POLIAMBULANZA CENTRO MENNI PREMIAZIONI E NUOVI SPAZI RICERCA NELLA FOTO ORNELLA PAROLINI CON GRUPPO RICERCATORI PER RAMPULLA 23-06-2023 MARCO ORTOGNI NEW EDEN GROUP
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«Una prima visita non può durare meno di un’ora». Il perché lo ha dimostrato raccontando come sarebbe stato diverso il destino di una paziente se, invece di alcuni suggerimenti con l’invito a ripresentarsi a sei mesi - invito disatteso - fosse stata gestita in modo integrale con un coinvolgimento nel processo di cura di più figure professionali e della famiglia.

Il confronto

A raccontare la vicenda nei dettagli, paradigma della sanità moderna sempre più specialistica che a volte perde di vista il quadro d’insieme, è stato il professor Antonio Gasbarrini, preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’’Università Cattolica che ieri ha tenuto la Lectio Magistralis su «Ricerca, formazione e clinica» al parco scientifico-didattico di Fondazione Poliambulanza. Occasione è stato l’ampliamento del Centro di ricerca «Eugenia Menni», diretto da Ornella Parolini, da ventun anni operativo nella cascina di via don Pinzoni, nell’area dell’ospedale.

Gasbarrini ha sottolineato più volte quanto sarebbe auspicabile riappropriarsi di quella «cura integrale della persona». Partendo da una certezza: «Nei primi cinque anni di vita si gioca tutta la variabilità epigenetica, ovvero le modalità con cui vengono trasmessi caratteri ereditari diversi da quelli genetici». Serve tempo per entrare in sintonia con un paziente, conoscerne la storia personale e clinica, spesso strettamente collegate.

Il tempo

Un tempo che deve essere declinato in più fasi che vanno dall’osservazione alla ricerca, alla clinica, alla formazione e, anche, alla solidarietà.

Il Centro di ricerca, teatro ieri di più eventi, si basa proprio sulla consapevolezza -sottolineata dalla direttrice Ornella Parolini, ordinario di Biologia applicata alla Cattolica di Roma - che il tempo è l’elemento più prezioso per arrivare a risultati che possono segnare la storia della medicina e della clinica. Come sta avvenendo con la ricerca di base sulle cellule dei tessuti placentari ricche di proprietà che trovano applicazione nella medicina rigenerativa. Un lavoro svolto in collaborazione con importanti centri tedeschi e israeliani le cui ricerche sono in fase 3, dunque ad un passo dall’applicazione clinica.

Il Centro

L’ampliamento del Centro di Poliambulanza, intitolato a madre Eugenia Menni, la superiora delle Ancelle della Carità che ebbe l’intuizione di realizzare il nuovo ospedale nella zona sud della città, «non è solo legato ad una questione logistica, ma frutto di una più alta intenzionalità che è quella di dare più spazio anche alla ricerca nel nostro istituto» ha detto il presidente Mario Taccolini.

Aggiungendo la riflessione corale effettuata nei giorni scorsi da tutti i vertici della sanità religiosa, ovvero «la necessità, a fronte di una oggettiva difficoltà a mantenere gli istituti esistenti, di effettuare un discernimento sugli obiettivi che altro non possono essere che quelli di continuare a rimanere sulla frontiera del bisogno».

È articolato, il bisogno. Complesso. Per il professor Gasbarrini «i pazienti devono essere valutati nella loro interessa e unicità, accompagnati nel percorso terapeutico più adeguato per loro e coinvolti attivamente nelle scelte che riguardano la loro salute».

Ancora: «L’epistemologia sistemica si rivolge alla persona nella sua complessità per rintracciare tutti quegli elementi adattativi, clinici e non, che la caratterizzano come irripetibile. Per raggiungere questo livello di dettaglio è necessario che la medicina si abitui ad essere un territorio aperto alla contaminazione di saperi, competenze e tecnologie per generare nuove soluzioni di cura». Torniamo, dunque, al legame tra clinica, ricerca, formazione e solidarietà.

La tecnologia

Torniamo a quell’«alta tecnologia» di cui Poliambulanza è dotata, ma anche a quel Centro di ricerca e a quella solidarietà che sono elementi fondanti della realtà di via Bissolati. A quella formazione che, dal prossimo ottobre, si arricchirà del nuovo corso di laurea magistrale in inglese, «Innovazioni in Biotecnologia applicate alla medicina rigenerativa», che sarà ospitato in alcuni locali del Centro di ricerca.

A quella gestione integrale del paziente nella quale la Psicologia clinica ha un ruolo significativo. Ieri agli studenti del corso di specializzazione in Psicologia clinica che hanno frequentato il tirocinio in Poliambulanza sono state consegnate le borse di studio erogate dalla Fondazione Alessandra Bono.

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