Giornata mondiale del sonno, 200mila bresciani dormono male e troppo poco

Si celebra oggi la giornata mondiale dedicata al sonno, la cui privazione è una vera malattia. Il fenomeno dell'insonnia a Brescia
Due persone su dieci soffrono di insonnia e per molte il disturbo si cronicizza - © www.giornaledibrescia.it
Due persone su dieci soffrono di insonnia e per molte il disturbo si cronicizza - © www.giornaledibrescia.it
AA

Paola ha sessant’anni. Negli ultimi venti non ha mai dormito bene. Al massimo per due ore di seguito, alternate da una breve e tormentata veglia, poi di nuovo sonno. E così, per anni. Dal neurologo è arrivata distrutta, ma determinata. Tant’è che, dopo un periodo di cure, ha gioito per aver sognato per la prima volta in vita sua. Paola è un caso limite, certo, ma è anche la dimostrazione che l’insonnia è una vera e propria malattia e che, nella maggior parte dei casi, è prevenibile o curabile.

Tuttavia, meno di un terzo dei malati - dodici milioni in Italia, oltre duecentomila in provincia di Brescia secondo i dati dell’Associazione italiana per la Medicina del sonno - cerca un aiuto professionale.

Questo malgrado l’insonnia sia uno dei disturbi di salute più diffusi, con un’oscillazione tra il 10 e il 15% della popolazione complessiva. Insonnia che è modulata da due aspetti importanti, uno di genere (è più comune nelle donne) e l’altro di età (si verifica soprattutto tra gli anziani).

Chiedere aiuto

Putroppo, però, prevale ancora il fai da te che porta ad un’assunzione spesso impropria di farmaci come soluzione tampone. Del resto, «il sonno è sempre stato relegato come Cenerentola della scienza anche se essenziale per la salute». Questo malgrado, in condizioni di salute, ogni persona trascorra un terzo della sua vita dormendo. Malgrado sia importante per la salute e il benessere, ma anche per ricostruire la nostra identità.

A parlarne, in occasione della Giornata mondiale del sonno che si celebra oggi, venerdì 17 marzo, a tre giorni dall’equinozio di primavera, è il professor Alessandro Padovani, direttore della Clinica neurologica universitaria dell’Asst Spedali Civili e la neurologa Mariapia Pasolini, medico di riferimento del Centro di Medicina del sonno del Civile.

Perché l'equinozio di primavera

Non è un caso che la Giornata mondiale cada a pochi giorni dall’equinozio di primavera che gli astronomi fissano per il 20 marzo alle 17 in punto. È un momento in cui la natura si sveglia e le persone si sentono deboli e assonnate perché la maggiore esposizione alla luce inibisce la produzione di melatonina, l’ormone capace di regolare il ritmo sonno-veglia. Una stanchezza che caratterizza anche chi soffre di insonnia cronica, da non confondere con quella saltuaria. La cronica si ha quando una persona, per almeno tre volte alla settimana e per un periodo di minimo tre mesi, si addormenta con difficoltà, si sveglia spesso durante la notte e presto al mattino. Il tutto caratterizzato da una diminuzione delle prestazioni, da disturbi dell’umore o dell’attenzione e fatica.

Quando si pasticcia

«La vera morte civile è l’insonnia cronica pasticciata che trova ampio consenso sociale: in una grande fetta della popolazione prevale la cultura del non sonno - spiegano Padovani e Pasolini -. È vero, ciascuno di noi si trova in situazioni precipitanti, basti pensare ad un lutto o ai genitori di un neonato, ma spesso si vive anche in un contesto in cui dormire viene percepito come una perdita di tempo. Il danno legato alla carenza di sonno può essere immediato e si configura come insonnia sociale: gli incidenti alle tre di notte non sono solo causati dal consumo eccessivo di alcool, ma dal sonno incoercibile che la persona rimanda con continui stimoli fino a quando precipita. Oppure il danno può essere progressivo. La carenza di sonno protratta può far aumentare il rischio di alcuni problemi di salute quali patologie cardiache e renali, ipertensione, diabete e ictus».

Le conseguenze

Dormire bene, dunque, serve ad evitare patologie gravi, fermo restando che il sonno ha un ruolo essenziale per l’acquisizione delle conoscenze, per lo sviluppo delle idee e, soprattutto, per il consolidamento della nostra memoria. L’insonnia viene definita come un disturbo caratterizzato da difficoltà ad iniziare o mantenere il sonno, o da un sonno non ristoratore. Essa influenza la sensazione soggettiva di benessere, fino a determinare alterazioni diurne di tipo psichico, cognitivo e somatico.

Educazione e cure

«L’educazione al sonno è fondamentale - aggiunge Pasolini -. Non è un caso che in prima linea tra i trattamenti ci siano quelli cognitivo-comportamentali attraverso i quali si modificano credenze e comportamenti dei pazienti di fronte a questo disturbo». A questi, si devono aggiungere gli ipnotici, da assumere per brevi intervalli e sotto stretto controllo medico, anche se la maggior parte dei farmaci per l’insonnia è totalmente a carico del paziente.

La Giornata mondiale

Il messaggio principale della Giornata è che la promozione e efficaci trattamenti dei disturbi del sonno, quando presenti, possono contribuire a ridurre il rischio di altre patologie. Il sonno ha un ruolo nella salute di cervello e mente, nelle malattie cardiometaboliche, nella sicurezza stradale e sul lavoro e nelle disuguaglianze ambientali e sociali.

Oggi, venerdì, è possibile seguire «La maratona del sonno 2023» promossa dall’Associazione italiana di Medicina del sonno seguendo la diretta streaming. 

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato