Caso di Mucca pazza? No, ma la sua morte aiuterà la ricerca

L'uomo, colpito dal morbo di Creutzfeldt-Jakob, parente stretto di quello della mucca pazza
Istituto di medicina legale © www.giornaledibrescia.it
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La pesante malattia lo ha vinto in pochi mesi, ma forse ora il cammino che ha compiuto con i suoi medici potrà aiutare la ricerca. E consentire così alla cura di compiere un altro piccolo ma indispensabile passo avanti. Ieri l’esame autoptico sull’anziano di Buffalora deceduto per una malattia degenerativa da prioni.

Il nome della patologia era stato legato in anni passati ad una epidemia che aveva mietuto vittime e creato allarme in tutta Europa: il morbo di Creutzfeldt-Jakob. All’inizio degli anni 2000 la malattia era legata al fenomeno della «mucca pazza» ed era causato quindi da un contagio che dall’animale passava - per via alimentare - all’uomo.

Non è stato così per il nostro concittadino perché la grave forma che lo ha colpito è una «parente» clinica della «mucca pazza,» che nel nostro caso trova invece le sue cause in una degenerazione non infettiva. Non pericolosa per altre persone. In ogni caso - perché così prevede la normativa - la salma è stata portata all’ospedale Sacco di Milano in ottemperanza ad un provvedimento della magistratura notificato dai carabinieri.

Il Sacco, infatti, è il referente nazionale del centro ricerca che per l’Istituto superiore di sanità si occupa di questa specifica patologia. Ogni anno studia circa 300 segnalazioni, un terzo delle quali con diagnosi certa.

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