Immergersi nell'acqua ghiacciata: quando il freddo diventa un maestro

Fabio Freddi sta per diventare istruttore certificato dalla scuola internazionale di Wim Hof, l'olandese famoso per le sue imprese di resistenza
  • Fabio Freddi, alcuni momenti di immersione in acqua gelida
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C’è chi lo fa rispettando un metodo, chi da assoluto autodidatta. L’esito però è lo stesso: riuscire a immergere il proprio corpo in acque fredde per svariati minuti, anche fuori stagione. Perché spingersi a tanto? Perché, secondo coloro che sfidano il freddo, la pratica regala molti benefici non solo a livello fisico - il sistema immunitario si rinforza -, ma aumenta anche il buon umore così come le energie psicofisiche.

Nel Bresciano non esistono scuole iniziatiche, ma gruppi spontanei di persone che si sono andati formando con l’intento di misurarsi con il freddo. E se i tuffi di Capodanno sono un rito che si rinnova sul lago di Garda o sul Sebino, i temerari che non indietreggiano davanti ai 10-15 gradi dell’acqua lacustre, si danno appuntamento quasi quotidianamente sulle spiagge per dare continuità ad una pratica che diventa, nel tempo, irrinunciabile.

  • Sorridenti e infreddoliti i coraggiosi del tuffo del primo gennaio
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L'incredibile resistenza al freddo di Wim Hof

In Trentino e via via che si sale verso nord la prassi sembra accordarsi con il clima rigido e con certe antiche tradizioni, ma se ultimamente l’esperienza sembra diffondersi a latitudini più miti, molto si deve all’influenza di Wim Hof, lo sportivo olandese da 2.7 milioni di follower su Instagram, riferimento per i cultori della sfida e riconosciuto ormai anche dai più per la serie Netflix di Gwyneth Paltrow «The Goop Lab».

Le incredibili capacità di resistenza alle temperature glaciali di cui dà prova Hof sono il frutto di un metodo che nel tempo il 63enne ha perfezionato e che ora insegna e trasmette attraverso la scuola internazionale da lui fondata. Il metodo - WHM (Wim Hof Method) - si basa su tre pilastri: respirazione, concentrazione ed esposizione graduale la freddo.

Wim Hof, soprannominato Iceman - Foto tratta dal profilo Instagram icemam_hof
Wim Hof, soprannominato Iceman - Foto tratta dal profilo Instagram icemam_hof

Fabio Freddi e l'incontro con il ghiaccio

Chi ha frequentato i corsi di Hof innamorandosi del freddo è l’italiano Fabio Freddi, 38enne originario di Varese che oggi vive a Finale Ligure. Si è accostato al freddo da autodidatta, ma nel tempo ha sentito la necessità di una formazione più mirata. Da due anni sta studiando e praticando per diventare istruttore certificato della scuola di Win Hof (attualmente in Italia se ne sono solo un paio) e a febbraio 2023 affronterà una cinque giorni sui Pireni proprio con Iceman Hof.

Che cosa ti ha permesso di interessarti così profondamente al freddo?

C’è stato un fatto scatenante, una scintilla che mi ha acceso l’interesse. È accaduto il 6 gennaio del 2020 in occasione del Cimento, il tuffo in mare sulla spiaggia di Finale Ligure. Ho partecipato con la mia compagna Giorgia e ad altri duecento folli pronti a tuffarsi in acqua alla temperatura di 13 gradi. Vorrei aggiungere al quadro un particolare che potrebbe sembrare incongruo, ma che ha invece catalizzato la mia attenzione. Io e la mia compagna stavamo vivendo giorni di tensione e di incomprensioni. Tornando al mare, arriva il segnale: ci tuffiamo ed ecco che, nel giro di pochi secondi, è avvenuto in me un corto circuito energetico. Uscito dall’acqua mi sentivo in armonia con me stesso, con le persone che avevo intorno e sopratutto con Giorgia. Il repentino cambio di stato emotivo mi ha indicato qualcosa che non potevo tralasciare: in quest’acqua fredda c’è un grande potenziale. La sensazione che fosse avvenuto, anche a livello cerebrale, una sorta di reset in cui tutte le solite connessioni fossero saltate e in pochi secondi se ne fossero generate di nuove di carattere positivo ha poi trovato conferma nei miei studi ed esperienze successive. 

Fabio Freddi sdraiato nella neve
Fabio Freddi sdraiato nella neve

Come ti sei orientato?

Inizialmente mi sono rivolto a una idroterapista che proponeva il Watsu (tecnica che integra la meditazione, il massaggio e l’immersione in acqua), in seguito anche per via del periodo di lockdown, ho intercettato i corsi on line di Wim Hof. Le lezioni teoriche ovviamente hanno previsto un’applicazione pratica del metodo. Ho così imparato la respirazione per affrontare il freddo, ho seguito le indicazioni per il corretto mind set ed infine mi sono sottoposto giornalmente a docce fredde dalla durata variabile. Ho portato avanti tutto questo per più di un anno.

Che cosa hai ottenuto? Che cambiamenti hai notato in te?

Il freddo è un maestro, una forza della natura con cui entrare in dialogo e naturalmente un forte agente stressante a livello mentale, emotivo, fisico. Misurandoti col freddo entri in contatto con chi sei davvero: emergono paure, giudizi, risentimenti... Sono reazioni che hanno senso, perché hanno una funzione di difesa, ma che il freddo invita a lasciar andare, perché bloccano lo scorrere della nostra energia vitale. Siamo nelle condizioni di buttare fuori le emozioni disarmoniche. Il nostro corpo è come una sorta di tubo incrostato da questo genere di scoria. L’attitudine mentale è quella del lasciar andare. I benefici, almeno per me, sono stati molti. Si accresce la cosapevolezza fisica e mentale, si diventa via via più lucidi, concentrati, ma anche l’umore è molto più tonico. Ho vissuto un periodo in cui avevo dei picchi di euforia, in cui mi sentivo carico e vitale. Poi via via questo stato che toccavo in maniera intermittente è andato stabilizzandosi.

Qual è l’atteggiamento con cui è meglio avvicinarsi al freddo?

Tutto il processo va portato avanti con la massima gradualità. Non si può pensare di entrare in un ruscello di montagna senza preparazione. Il freddo ti prende a ceffoni, oltre ad essere oggettivamente molto pericoloso. La gradualità è spesso sottovalutata, ma il procedere lentamente - ad esempio prolungando anche di pochi secondi l’esposizione - permette un salto di consapevolezza che si radica saldamente in noi stessi.

Ci hai parlato dei benefici a livello mentale ed emotivo, che cosa accade sul piano fisico. 

Non siamo compartimenti stagni, quindi anche il corpo ottiene dei benefici. Il freddo hackera il sistema psico-fisco. La bassa temperatura origina uno squilibrio e il corpo si attiva per affrontare lo stress: tutto l’asse ormonale del benessere si attiva, si sviluppano adrenalina ed endorfine. Quando si esce dall’acqua il corpo è in uno stato di grande attivazione energetica. Il freddo, inoltre, allena il sistema cardio circolatorio.

Come porti avanti il tuo allenamento?

La padronanza dell’esperienza è il mio obiettivo, quindi da quel 6 gennaio di quasi tre anni fa mi sono misurato con la neve, l’acqua di fiumi, laghi, mari e cascate. Mi sono poi dotato di una vasca e ho un freezer dedicato per produrre ghiaccio. Faccio test di resistenza quotidiani. È una ricerca continua che mi apre nuovi scenari interiori.

Qual è il tuo progetto con il freddo?

Ovviamento c’è l’idea di poter insegnare in modo professionale queste tecniche. Fare gruppo intorno queste esperienze crea dei legami tra le persone molto forti. 

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