Vobarno: «Siamo un paese, nel vero senso della parola»

Il tour nei paesi della Qualità della vita 2019 parte dalla Valsabbia. Dibattito con il sindaco, Ubi e GdB
QUALITA' DELLA VITA A VOBARNO
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«Siamo un paese, nel vero senso della parola». Il sindaco Beppe Lancini l’ha messa così, semplicemente. Ha ripreso le frasi usate da una bambina per descrivere Vobarno a sua madre: «Qui non manca niente, abbiamo tutto, a scuola ho persino degli amici che mi insegnano parole nella loro lingua straniera».

Questo, stavolta sono espressioni del sindaco, «è un territorio ricco di realtà produttive, bellezze naturali e culturali». Dove paese significa comunità, con pregi e difetti, comunque capace di riconoscersi in un destino collettivo. C’è chi, come il presidente della Comunità montana, Giovanmaria Flocchini, ha parlato di «modello Vobarno buono per tutta la Valsabbia: un paese in grado di uscire dalla crisi e dal rischio decadenza dopo la chiusura della Falck grazie al collante della collaborazione fra il pubblico e il privato, le Amministrazioni e gli imprenditori, i cittadini e le associazioni».

 

 

Di questo e molto altro si è discusso l’altra sera a Vobarno, presentando il nostro Rapporto 2018/19 sulla qualità della vita con il sindaco Lancini, il direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini, il direttore territoriale Brescia Est di Ubi Banca Giuliano Balducchi, stimolati dalle domande del nostro vice caporedattore Claudio Venturelli.

Vobarno, nella graduatoria dei 46 Comuni bresciani più popolosi (per un totale di 788 mila abitanti), si è collocato al terzo posto (dopo Verolanuova, prima, e Brescia). Grazie ad acqua ed aria sane, al discreto tenore di vita, al tessuto sociale con ridotte disuguaglianze, al vivace volontariato, al solido movimento sportivo, alle opportunità offerte dal sistema produttivo, al buon livello di sicurezza.

 

  • Qualità della vita a Vobarno
    Qualità della vita a Vobarno
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    Qualità della vita a Vobarno

 

La sala della biblioteca era stracolma di cittadini e di rappresentanti della società vobarnese. La stessa biblioteca, ricavata nell’ex Falck, è un segno di rinascita, una fabbrica dismessa diventata spazio per la comunità. «Il risultato di Vobarno - ha sottolineato Vallini - è la sommatoria di elementi positivi vissuti nel quotidiano dai cittadini».

I dati della ricerca «aiutano a leggere le nostre comunità, perciò il Giornale di Brescia insiste ogni anno con l’indagine, aggiungendo nuovi Comuni». Uno sforzo sorretto da Ubi Banca, «perché una banca cresce insieme al suo territorio, e la prima cosa da fare è conoscerlo», ha detto Giuliano Balducchi.

Vobarno in questi anni ha dimostrato una capacità di resistenza e di rinascita. L’economia e il lavoro soffrono ancora, ma c’è un dato incoraggiante: le sue imprese primeggiano per ricerca, innovazione tecnologica, presenza su internet. «Dopo la crisi del 2008 - parole di Lancini - si è cominciato a respirare aria di ripresa, con nuovi posti di lavoro. Spero si continui così, ma vedo nuvole fosche all’orizzonte». In questi anni, ha affermato Balducchi, ha vinto «chi ha saputo progettare, guardare avanti, interpretare il futuro e dunque innovare».

Un settore che non riesce a risolleversi è l’edilizia. Vobarno fra il 2012 e il 2017 ha registrato un consumo di suolo quasi trascurabile, settemila metri quadrati. «Intendiamo andare avanti così», ha detto il sindaco. «Puntiamo a favorire le ristrutturazioni nel centro storico, dove ci sono molte case malandate».

Tiziano Pavoni, valsabbino, presidente del Collegio Costruttori, ha messo però il dito sulla piaga: «Nei nuclei storici le proprietà sono molto frazionate, è difficile ricavare spazi adeguati per le esigenze di una famiglia moderna». Altro problema: «Per far ripartire l’edilizia nei Comuni piccoli e medi è fondamentale che vengano semplificate procedure e burocrazia». La casa in proprietà, ha rimarcato Balducchi, resta un obiettivo per le giovani coppie, italiane e straniere: «Ubi, ormai da anni, si è adeguata ai cambiamenti del mercato del lavoro e prevede mutui anche per chi ha contratti a tempo determinato».

Uno dei punti di forza di Vobarno è certamente il movimento sportivo, con diciotto impianti e quattordici discipline praticate. «La nostra Amministrazione - ha affermato il vice sindaco Paolo Pavoni - si è fortemente impegnata per quanto riguarda le strutture, nel capoluogo e nelle frazioni». Ci sarebbe bisogno di un altro palazzetto, ha sottolineato il presidente della Polisportiva, Renato Gozza. «Magari, se ci aiutasse la Comunità montana...», ha buttato lì il sindaco guardando il presidente Flocchini. Ma la faccenda non è all’ordine del giorno.

«La nostra Amministrazione - ha invece affermato il sindaco - vuole investire sulla scuola e sulla formazione, migliorare i sentieri per valorizzare le sue ricchezze naturali e sviluppare il turismo verde». Vallini ha sottolineato come Vobarno, con la sede dell’Itis, costituisca un riferimento per buona parte della Valle proprio nel campo della formazione e della scuola superiore.

C’è un altro punto di forza del paese, la sicurezza. Vobarno, nel 2017, ha registrato zero rapine, zero violenze sessuali, pochi furti. «Ampio merito alle forze dell’ordine», ha detto il sindaco. «Ma anche alla comunità che esercita un controllo sociale», ha aggiunto Nunzia Vallini. Significative le parole dell’imam Ahmed El Balazi: «Bisogna lavorare insieme per tenere questo paese bello e sicuro». In passato Vobarno ha patito episodi di cronaca nera con stranieri come protagonisti negativi: «La comunità, anche se sconvolta - parole di Vallini - ha reagito nel modo giusto, senza generalizzare, senza puntare il dito contro tutti gli stranieri. È un merito». Anche questo vuol dire essere paese e comunità.

 

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