Scuola

Finestra delle finestre: orizzonti bresciani durante la pandemia

Ecco come si presenta la provincia di Brescia dalle nostre finestre
La finestra delle finestre
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«E guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po’… ho mille libri sotto al letto… ho mille sogni nel cassetto...». Gianni Togni tradusse, con queste parole, i racconti di un clochard incontrato nella metropolitana di Milano. Un oblò come lo sguardo individuale sulla propria storia e come la proiezione verso il proprio futuro, prospero di desideri.

Qualche settimana fa abbiamo chiesto ai lettori e alle lettrici di questa rubrica, attraverso l’attività «La finestra delle finestre», di affacciarsi alla propria finestra, scattare una foto ed inviarcela, aggiungendo un aggettivo o una breve riflessione che potesse riassumere quello che si stava vedendo.

Molti hanno risposto alla nostra richiesta: le fotografie che abbiamo ricevuto ci mostrano panorami di tutta Brescia e provincia, che vanno dalle montagne della Val Camonica, scendono verso la città, inquadrando alcuni scorci della bassa e dei laghi, per poi risalire la Val Trompia e la Val Sabbia.

Dagli scatti si possono osservare panorami con montagne, parchi, balconi fioriti, parcheggi, palazzi, laghi e giardini, mentre dai racconti emergono la fatica e le difficoltà delle persone ma anche uno sguardo di speranza e positività

In questo modo le fotografie sono diventate lo strumento per raccontarci: «Il silenzio di un paese che prima parlava», «Fuori è vuoto», «Deserto», «Monotonia», «Noia»; ma anche «Ho scoperto la bellezza di un paesaggio che posso ammirare tutti i giorni», «Mi ha permesso di osservare con più attenzione», «Il potersi fermare ad osservare», «Poter apprezzare le piccole cose».

«Come è grande il mondo insieme a te, è come rinascere e vedere finalmente che rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose, se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me…» rubiamo, questa volta, le parole a Max Pezzali per evidenziare il potere riparativo del dono e della condivisione che, in questa attività si sono tradotti nella scelta di offrire il proprio punto di vista sul mondo

Le limitazioni delle scorse settimane ci permettevano di vedere solamente un piccolo pezzo di città, che però, unito a quello degli altri, come in un grande puzzle, ha creato un’immagine d’insieme, vicinanza e moltitudine.

«La finestra delle finestre» voleva essere l’occasione di fare un’esperienza comune e uno strumento per sentirsi «vicini», creando un ponte, un collegamento tra le persone e tra i gruppi, anche a distanza. 

Pensiamo che lo sia stata e che ci possa far veramente sentire «vicini da lontano».

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