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Ecco le Pink Mambas: ralliste in Africa per aiutare le donne

Le quattro avventuriere partiranno il 16 giugno dal Sudafrica per il Put Foot Rally. Gli obiettivi? Abbattere i pregiudizi e raccogliere fondi
Le Pink Mambas al completo: sedute, da sinistra, Cristina Lochis e Nazzara Pederzani; in piedi, da sx, Daniela Balin e Valentina Prati
Le Pink Mambas al completo: sedute, da sinistra, Cristina Lochis e Nazzara Pederzani; in piedi, da sx, Daniela Balin e Valentina Prati
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È pericoloso? Sì. È faticoso? Faticosissimo. Scomodo e con chissà quali imprevisti? Certo. Allora è roba da uomini. Alt, un tempo, forse. Adesso è roba da Pink Mambas

Il 16 giugno quattro avventuriere saranno in Sudafrica, a Melkbosstrand, per iniziare il Put Foot Rally, novemila chilometri di percorso (non competitivo) attraverso il continente africano, con arrivo il 5 luglio in Mozambico. Dell’equipaggio fa parte la bresciana Valentina Prati, assieme a Daniela Balin, Nazzara Pederzani e Cristina Lochis. Lavorano al Cesvi, ong di Bergamo con ramificazioni in tutto il mondo, tra progetti di cooperazione che vanno dalla protezione dell’infanzia alla lotta alla fame, dalle emergenze umanitarie alla tutela della salute.

 

La Casa del Sorriso di Cesvi Onlus a Cape Town
La Casa del Sorriso di Cesvi Onlus a Cape Town

 

Tra i temi di cui si occupa l’onlus c’è anche la difesa delle donne vittime di violenze e soprusi. Ed è da qui che partono le Pink Mambas, che hanno scelto il loro nome ispirandosi a Tarantino (dal film Kill Bill, nello specifico, occhio perché sono letali). Con il loro viaggio hanno lanciato una raccolta fondi per sostenere le case del sorriso, aperte da Cesvi in Sudafrica e Zimbawe, così come in Myanmar, India, Perù e Tagikistan. Sono luoghi che accolgono donne che subiscono violenze, abusi e violazioni dei diritti. 

«Le Pink Mambas saranno impegnate in una straordinaria avventura solidale in uno dei continenti dove si concentra maggiormente il nostro impegno contro la fame e le disuguaglianze, a tutela delle popolazioni più deboli e vulnerabili», dice Daniela Bernacchi, Ceo & General Manager di Cesvi.

Su Facebook è attivo il relativo crowdfunding. L’idea, in fondo, ricalca esperienze come il Mongol Rally, che ha già visto la partecipazione di un equipaggio a sostegno di Cesvi, o Settemila miglia lontano. Però stavolta c’è di più: non vi sfuggirà che dire la rallista è inusuale, figuriamoci al plurale. E invece, ecco non una, ma quattro donne al volante. C’è da avere paura, no? 

«Gli stereotipi di genere sono ancora molto forti - dice Valentina Prati -. Il 37% degli italiani, maschi o femmine che siano, pensa che il sogno di ogni donna sia quello di sposarsi. Noi invece vogliamo dimostrare che la voglia di indipendenza, di avventura e di scoprire il mondo appartengono anche a noi donne». 

 

 

Prima di arrivare in Mozambico, le quattro attraverseranno Sudafrica, Namibia, Botswana, Zambia, Malawi e Zimbawe. 

«Ci sono tappe più accessibili, altre sono davvero dure», commenta Daniela Balin. Le ralliste si alterneranno alla guida durante le lunghe giornate di viaggio, mentre di notte dovranno obbligatoriamente fermarsi. «Gli spostamenti notturni sono vietati, è troppo pericoloso». Lungo il tracciato sono previsti quattro check point da rispettare, pena l’esclusione dalla corsa: «Sono a ridosso dei confini, nelle zone più complicate dal punto di vista della sicurezza».

 

 

L’esperienza internazionale non manca a nessuna di loro, dato che con Cesvi sono abituate a spostarsi tra Asia, America Latina e dentro la stessa Africa. Balin, ad esempio, si occupa di gestione delle emergenze in caso di terremoti o altre catastrofi, ma in generale il lavoro per l’ong porta tutte le Pink Mambas a viaggiare spesso. Il passo in più, con il rally, è la sfida personale e di gruppo, la voglia di farsi trovare pronte di fronte alle difficoltà. A mettere il sigillo sulla loro avventura c’è inoltre un tocco bresciano: il logo è stato disegnato da Mirko Pelizzoli, di casa in città.

Le premesse per una bella storia ci sono tutte, ma una domanda resta. Se si buca una gomma, chi le aiuta? «Oltre alla guida off road e alla gestione di un viaggio così difficile, stiamo imparando anche a cambiare le ruote», conclude Valentina Prati. Sorridendo, sì, ma nemmeno troppo. 

 

 

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