Cultura

Memoria: dalla Shoah all’odissea degli alpini nella neve

«Il Convoglio» e «La ritirata di Russia» sono i due volumi in vendita in questi giorni col GdB in edicola
Nel gennaio ’43 i soldati italiani in Russia spezzarono l’accerchiamento nemico a Nikolajewka
Nel gennaio ’43 i soldati italiani in Russia spezzarono l’accerchiamento nemico a Nikolajewka
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Due i volumi in vendita in questi giorni con il Giornale di Brescia che ci aiutano a riannodare i fili con la memoria, a ripercorrere vicende drammatiche e cruciali della nostra storia. Il primo è «La ritirata di Russia - Una marcia senza fine dal Don a Nikolajewka» di Stefano Gambarotto (in vendita da ieri a 7,90 euro più il prezzo del quotidiano). Il secondo «Convoglio - La vera storia di Jean Khaieté scampato alla Shoah» di Giuseppe Altamore (in edicola da domani a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano).

Il libro di Altamore ci riporta alla Francia del 1940, invasa dalle truppe di Hitler e divisa in due parti. Nelle pagine la storia vera di Jean Khaieté, un giovane ebreo francese figlio di una famiglia di emigrati sfuggita ai pogrom della Russia zarista. Decide di rischiare la vita per unirsi al movimento di resistenza e riscatto ideato e guidato dal generale De Gaulle. Questa scelta coraggiosa lo porterà a una fuga spericolata in Spagna che gli salverà la vita e gli permetterà di dare il proprio contributo alla vittoria contro il nazismo. Sostenuto anche da una accurata ricerca negli archivi, il racconto di uno degli ultimi testimoni viventi di quell’epoca di decisioni definitive accompagna il lettore - attraverso le pagine di Altamore - nel cuore della reazione a ogni antisemitismo e razzismo.

L’11 dicembre 1942 i russi iniziano a saggiare la resistenza delle posizioni italiane sul Don. Di fronte all’Armir i sovietici schierano 750 carri armati ai quali possiamo opporre, sulla carta, 31 carri leggeri L6/40 e 19 semoventi L40. L’Armata Rossa dispone inoltre di 2.000 cannoni di vario calibro e di 200 lanciarazzi Katjuša. Gli italiani hanno poco meno di 600 cannoni, un centinaio risalenti alla Prima guerra. La seconda battaglia del Don inizia il 16 dicembre, ma la sproporzione delle forze in campo è tale da segnarne in breve tempo le sorti. I sovietici godono di una superiorità schiacciante. Con il crollo delle difese inizia per i nostri soldati un’autentica odissea nella steppa, fatta di gelo, fame e morte. Un’odissea che li porta il 26 gennaio ’43 a Nikolajewka.

 

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