Come scalare l’Everest sul lago d’Iseo: l’impresa di Stefano Delbarba

Stefano Delbarba non si ferma mai. Dopo avere vinto, a giugno, la Cursa dei Ciclopi in Sicilia, percorrendo 500 chilometri no stop, nei giorni scorsi il 49enne carpentiere di Adro ha scavalcato l’Everest, pur senza lasciare la nostra provincia. Nell’arco di 25 ore e mezza, è salito (e ridisceso) 17 volte consecutive dalla salita che unisce Zone alla Corna Trentapassi.
Oltre 96 chilometri di corsa, per un’altitudine percorsa - a forza di sali e scendi - pari a 8.929 metri, un centinaio in più della vetta top del mondo. «È andata benissimo - spiega il runner-carpentiere -, almeno per me. Ero partito con un amico, poi invece sono rimasto da solo perché lui non si è sentito bene. Così sono andati avanti in autonomia e ho deciso di completare l’altitudine sufficiente per raggiungere... quella dell’Everest».
Delbarba è partito attorno alle 21 ed è arrivato alle 21.30 del giorno successivo, tra venerdì e sabato scorsi. «Faceva davvero un caldo incredibile - aggiunge il 49enne - e le persone che incontravo lungo il percorso sembravano incredule da quello che stavo facendo. Qualcuno, scherzosamente, mi ha anche chiesto se assumo qualche sostanza per fare quello che faccio. La realtà è molto semplice: a me piace un sacco quello che faccio, mi fa stare bene. Passare la giornata sul divano, davanti alla tv, al cellulare o al bar: quello per me non è normale. Ognuno poi è libero di fare le scelte che vuole: la mia è quella, appena posso, di uscire a correre, per sentirmi libero».
Tanti sacrifici
Trascorso qualche giorno, a Delbarba è arrivato il riconoscimento ufficiale della sua corsa epica da parte di Everesting, la realtà che certifica l’avvenuta impresa. Meno di cento, per ora, le persone che sono riuscite a farcela.
«Sono contento - dice Delbarba - perché è stata una bella esperienza, che ripaga dei sacrifici di alzarmi alle 3 di ogni mattina per andare a correre prima d’andare al lavoro, alla Cobresa di Corte Franca. Al riguardo devo ringraziare ancora colleghi e l'azienda, che non solo mi lascia seguire questa mia passione, ma è diventata anche sponsor», assieme all’adrense EdilTre. «Devo anche ringraziare - chiosa Delbarba - il mio fisioterapista, Paolo Mazza. In sette anni di collaborazione non ho mai avuto un infortunio». E la prossima sfida? Il 22 settembre affronterà i 170 chilometri di corsa dell’Adamello Ultra Trail.
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