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Attenzione alle valanghe: qual è il periodo a più alto rischio e cosa c'è da sapere

Scialpinisti, freeriders, alpinisti ed escursionisti: tutti devono misurarsi con il fenomeno delle valanghe. Ecco un utile vademecum
Una valanga a Cima Calotta, nel gruppo dell'Adamello (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
Una valanga a Cima Calotta, nel gruppo dell'Adamello (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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Le valanghe sono un fenomeno con il quale si devono confrontare tutti gli appassionati di montagna che praticano attività sportive in ambiente innevato, e in particolare scialpinisti, freeriders, alpinisti ed escursionisti.

Il periodo dell’anno nel corso del quale avviene la maggior parte dei fenomeni valanghivi statisticamente è quello che intercorre tra il mese di dicembre e quello di aprile. Alle quote più elevate tuttavia le slavine possono cadere anche in altre stagioni, soprattutto lungo i versanti coperti di neve che presentano le pendenze più elevate.

Immediate e ritardate

Una ulteriore distinzione delle valanghe oltre a quella della stagionalità può essere realizzata separando quelle «immediate» da quelle «ritardate». La prima tipologia si manifesta come conseguenza diretta delle precipitazioni nevose che non si saldano sul pendio o sulla neve preesistente, mentre la seconda riguarda i fenomeni più dilatati nel tempo di giorni o anche di parecchie settimane, rispetto alle valanghe immediate, in conseguenza del metamorfismo dei cristalli e delle numerose trasformazioni che avvengono nel manto nevoso per effetto delle variazioni della temperatura o dell’azione del vento. Si tratta di modifiche particolari specifiche per ogni zona, e variabili in funzione delle precipitazioni e degli eventi climatici, e pertanto non confrontabili fra loro.  

Informazioni chiave e falsi miti

Queste e altre fondamentali nozioni vengono proposte mediante un linguaggio divulgativo accessibile sulle pubblicazioni realizzate dall’Aineva, Associazione interregionale di coordinamento e documentazione per i problemi inerenti alla neve e alle valanghe, alla quale aderiscono regioni e province dell’arco alpino italiano. 

Gli strumenti di Aineva (dai bollettini delle valanghe a guide e manuali) aiutano a sfatare anche alcune false sicurezze e preconcetti in tema di valanghe. È il caso ad esempio della convinzione secondo la quale la presenza di poca neve sui pendii sia indice di bassa pericolosità. Le statistiche degli incidenti mostrano invece che negli inverni con poca neve si registra tra gli sciatori circa il triplo delle vittime rispetto agli inverni con grandi precipitazioni nevose.

Un altro preconcetto induce a credere che l’assenza da diverso tempo di nevicate possa avere favorito la stabilizzazione della neve. In realtà, successivamente a una nevicata, se le temperature sono basse il manto nevoso richiede tempo per stabilizzarsi, e sui pendii rivolti a nord l’esposizione al pericolo dura per molti giorni. Inoltre i lastroni prodotti dall’azione del vento si possono mantenere inalterati a lungo dopo la loro formazione.

La prudenza e la conoscenza della neve devono quindi fare sempre parte del bagaglio di chi frequenta gli ambienti innevati.

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