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Torino, Bolzano e Rovereto: ecco da chi si può copiare

I Comuni in campo per favorire insediamenti innovativi capaci di creare posti di lavoro
A Bolzano. Un esterno del nuovo hub inaugurato nei giorni scorsi - © www.giornaledibrescia.it
A Bolzano. Un esterno del nuovo hub inaugurato nei giorni scorsi - © www.giornaledibrescia.it
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Due temi stanno attraversando il mondo. Il primo è quello che fa riferimento alla competizione fra territori, fra città che s’ingegnano (quando lo fanno, ovviamente) per far sì che le aziende vengano da loro, che portino lavoro, innovazione, che ridiano un senso, in molti casi, alle ex cattedrali industriali. Il secondo tema in qualche modo si lega al primo. Ed è quello che vuole i grandi gruppi industriali e i centri di ricerca mettersi insieme con le piccole aziende per scambiarsi idee - regalarsele - nella convinzione che qualche volta salire sulle spalle dei giganti ti fa vedere nuovi orizzonti, ma, in qualche altro caso, essere piccini consente snellezze impensabili ai giganti. Il tutto per far sì, e ci si collega agli inizi, che la città sia più attrattiva e quindi nascano posti di lavoro.

Non pensiate che siano sogni. Magari lo son stati. Poi c’è chi li sperimenta, li prova, li realizza. A Torino, per fare un esempio, l’Unione Industriali lavora per realizzare un centro tecnologico (il Manufacturing Technology Center) che metta insieme laboratori, centri di formazione avanzata, laboratori di design. Dovrebbe ospitare 500 tecnici e specialisti e nelle intenzioni dei promotori dovrebbe essere un centro di spinta per l’industria di quella città. Torino non ha inventato nulla: ha copiato da Coventry (la città inglese azzerata dai tedeschi durante l’ultima guerra) poi sfiancata, come mezzo mondo, da un disastro industriale, ma che ora si sta rilanciando.

In Italia (anche se a Bolzano, che è sempre Italia, ma un po’ particolare), nelle scorse settimane hanno inaugurato una cosa simile, ovvero un centro dove aziende, università, istituzioni pubbliche hanno avviato un Hub per aziende e ricerca. Una cosa grossa, importante, qualche decina di milioni di investimento. Una cosa sempre analoga, in quell’Italia sempre un po’ particolare che è la provincia di Trento, negli anni scorsi hanno avviato una serie di queste strutture. Sono sei ed ho avuto modo di visitare le due di Rovereto che sono un esempio straordinario di come una provincia (pur ricca) riesca ad attivare risorse (nazionali ed europee, oltre che locali) per realizzare strutture analoghe

A Rovereto, per dire, i due centri si sono specializzati in green economy e meccatronica. Rovereto è a meno di due ore di macchina. Mi permetto un consiglio: un salto a vedere quel che accade lassù. Brescia: copia. Perchè è anche questo immaginare un possibile nuovo futuro per la Brescia industriale: vedere quel che stanno facendo gli altri. I soggetti in campo, in ognuna delle storie accennate, sono tre: Comuni (o province), aziende, università. È ragionevole pensare che la miccia possa essere venuta dalle aziende, ma in tutti i casi è il Comune che entra in campo da regista. Tocca ai Comuni diventare registi. Tocca a loro inventarsi nuove funzioni. Intuisco l’obiezione: ma abbiamo già tante cose da fare. Ma dipende dalle priorità: se il lavoro è la priorità (e mi pare non ci siano dubbi), nuove funzioni si impongono...

 

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