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Ripassa un altro treno: acchiappamolo al volo

Sarebbe una bestemmia, una maledizione aggiuntiva, un nuovo disastro se non lo prendessimo
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C’è un nuovo treno che sta passando, ed è quello delle nuove tecnologie.

Sarebbe una bestemmia, una maledizione aggiuntiva, un nuovo disastro se non lo prendessimo, se l’Italia lo lasciasse scappare, se si bloccasse dietro paure, come quella che si agita sulla perdita dei posti di lavoro. Marco Vitale, economista e consulente di grandi aziende, nei giorni scorsi in Santa Giulia ha detto la sua sul nuovo mondo che si annuncia. E lo ha fatto riproponendo un pezzo di storia che lui conosce bene e che risale ai tempi dell’Olivetti, alle invenzioni elettroniche di Ivrea che avrebbero potuto fare dell’Italia una silicon valley ante litteram e che invece - per l’insipienza di alcuni (e Vitale cita Vittorio Valletta, allora gran capo di Fiat e di mezzo Paese) - dovette lasciare l’elettronica, così come fu costretta a lasciare il nucleare e dovette lottare aspramente per avere un minimo di autonomia energetica (Mattei, Eni).

Lobby, insipienze e stupidità, che si mischiano e mascherano. Treni persi, diciamo così. Le tecnologie digitali - dice invece Vitale - «sono congeniali alla cultura e al saper fare italiano. Esse sono infatti liberatorie di nuove energie e capacità creative e possono offrirci nuove e impensabili opportunità» e quindi sul nuovo treno che passa bisogna salirci con decisione, non facendosi spaventare dal «management by terror» che altro risultato non avrebbe se non «tenere inchiodata l’Italia nelle divisioni inferiori».

PS: l’intervento integrale del prof.Marco Vitale lo trovate qui.

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