GdB & Futura

La valvola «intelligente e responsabile» di Metalwork

L'azienda-spettacolo che deposita un brevetto la settimana. 162 milioni di ricavi e 1000 addetti
  • Dentro la fabbrica: la Metalwork di Concesio
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    Dentro la fabbrica: la Metalwork di Concesio
AA

La fabbrica è magnifica e insiste (per fortuna) a crescere incastrata fra Mella e Triumplina. Quest’anno saranno 50 anni che è nata e, passo dopo passo, con l’ostinazione degli eroi greci, Erminio Bonatti ha fatto diventare la sua Metalwork il primo gruppo nazionale nella pneumatica con 163 milioni di euro di fatturato, un migliaio di addetti 360 dei quali qui a Concesio e il resto sparsi nel mondo, in 25 Paesi (l’export sfiora il 60%) a vendere ed assistere i clienti.

In quella che è una sorta di pneumatica-city, partiamo dalla ricerca e sviluppo che, pur in una accezione ampia, occupa poco meno di una cinquantina di tecnici-progettisti-ricercatori con Corrado Tamiozzo alla guida e la supervisione di Giorgio Guzzoni.

Partiamo da qui e in particolare dalla EB80, una elettrovalvola che omaggia nel nome le iniziali del fondatore in occasione degli 80 anni festeggiati due anni fa, ma che è una sorta di discrimine nella capacità ideativa del gruppo. È una valvola che allarga la funzione della valvola, «è intelligente e responsabile» come conveniamo nel definirla. È l’elettropneumatica in ottica 4.0.

«Chi fa macchine con questi componenti - commenta Guzzoni - è già in ottica 4.0. La EB80, infatti, non solo si autodiagnostica per le funzioni che deve fare, ma svolge funzioni di verifica e diagnosi anche su componenti che le stanno vicino. Un esempio: non solo la valvola è costruita per dare (dico per dire) 5 milioni di comandi andata-ritorno ad un cilindro, ma segnala (sempre per fare un esempio) se quel cilindro sta rallentando o accelerando la corsa. E quindi allerta. Estende - per l’appunto - la funzione della valvola».

Quattropuntozero ma senza diventare matti. Anzi, qui in Metalwork hanno un approccio «più giapponese che tedesco», più da lean production che da automazione spinta.

Una visita alla fabbrica dovrebbe essere obbligatoria per chi fa impresa, per i ragazzi che vogliono diventare periti o per aspiranti ingegneri. Vecchia e nuova sede (quella aperta da due anni, coi montaggi e il magazzino automatizzato) si fondono nei colori sociali, hanno spazi, luce. Lavorare si deve, ma, in posti come questi, anche l’impegno e la fatica assumono altro sapore.

L’idea dell’organizzazione, della pulizia e dell’ordine trova evidenza nei poster che, qua e là, punteggiano i reparti, da quello dello stampaggio ai montaggi. Il nuovo magazzino automatizzato, alto più di venti metri, ha una capacità di 24mila cassette con altrettanti componenti. Vedere al lavoro il reparto spedizioni di Metalwork è uno spettacolo con questi cinque-sei nastri a rullo che sfornano pacchi e pacchetti pronti ad andare nel mondo.

Un brevetto la settimana? Esattamente così. Giorgio Guzzoni conferma. «Fra grandi e piccole innovazioni o modifiche ci siamo posti questo obiettivo due anni fa e lo stiamo mantenendo. Brevettiamo il brevettabile. È il miglior modo per difendere il nostro lavoro».

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