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Industria 4.0 ridisegna anche la logistica

Nuove funzioni per vecchi mestieri: personalizzare il prodotto prima della consegna: lo studio del Rise
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Già nel 2004 il direttore di Wired, Chris Anderson, riassunse per primo nel concetto di "coda lunga" il fatto che la manifattura del futuro non consisterà tanto nel realizzare pochi prodotti in elevate quantità, bensì nella capacità di produrre e commercializzare moltissimi articoli in piccoli lotti.

Anderson iniziava a metter la parola fine ad abitudini produttive che duravano da decenni, che stanno da tempo rinnovandosi e che avranno così effetti sull'autotrasporto e sulla logistica. Due numeri: considerando che in Italia il valore della produzione movimentata è di 4000 miliardi, nel 2025 si tradurrà in un calo tra il 2 e il 4%.

Non si sa ancora che effetto avranno sull'autotrasporto i droni che Amazon sta sperimentando nelle campagne della Scozia per la consegna dal cielo dei pacchi ai propri clienti, ma si può immaginare che effetto l'industria 4.0, e le nuove tecnologie che da essa ne derivano, avranno sull'autotrasporto: è quanto hanno fatto due ricercatori del Rise dell'Università di Brescia, di cui è responsabile il prof. Marco Perona, think tank che si occupa di innovazione e ricerca per la piccole imprese.

Andrea Bacchetti e Massimo Zanardini per conto di Confetra - la confederazione che aggrega gli operatori della logistica - hanno presentato uno studio il cui obiettivo finale è quello di valutare quale sarà sull'autotrasporto l'impatto delle tecnologie additive e dell'internet delle cose, ovvero di tutto quello che verrà prodotto il più possibile vicino al cliente finale riducendo quindi valore e quantità delle merci trasportate.

Una doverosa semplificazione: magazzino è una parola che in molte imprese è già scomparsa e in altre è destinata a scomparire, visto che gli operatori dell'autotrasporto diventeranno a tutti gli effetti dei produttori, personalizzando solo qualche attimo prima della consegna il prodotto richiesto dal cliente. E questo vale un calo per la logistica entro il 2025 tra il 6 e il 10%.

Distributori e stampanti 3D. Per capire cosa ci aspetta un dato: Ups, colosso mondiale della distribuzione, ha già creato 60 centri con oltre cento stampanti 3D con cui darà forma agli ordini che perverranno dal web e per una casa automobilistica assemblerà i diversi componenti destinati alla ricambistica in ossequio all'idea di mass customization, pensata dal professore americano Stan Davis, ovvero: produrre in modo industriale ciò che il cliente vuole, farglielo avere presto e dove egli lo desidera. Partendo anche da qui Bacchetti e Zanardini hanno stimato che già quest'anno il calo di valore della produzione movimentata sarà tra 30-50 miliardi, valore che tra meno di cinque anni arriverà a 60 e nel 2025 supererà i 100 miliardi, aprendo così una discussione sull'impatto che questi numeri avranno sui volumi e sulla logistica ed ovviamente anche sull'autotrasporto.

Nessuno ne è fuori. I settori più colpiti? Andrea Bacchetti non ne esclude a priori nessuno e guarda al comparto di gomma e materie plastiche, prodotti in metallo, accessori dell'automotive, apparecchiature elettriche; ma aggiunge «i primi a muoversi sono quelli toccati dalla mass customization, cioè la rilevanza di prodotti personalizzati su specifica richiesta dei clienti e qui la logistica sarà cruciale obbligata alla consegna "last mile", l'ultimo miglio, ma anche costretta a consegne puntuali in cui un ruolo decisivo coinvolgerà le applicazioni di realtà aumentata ed i veicoli autonomi» in ambito industriale, il cui tempo di maturazione è previsto in dieci anni. Che per questo settore è come dire domani.

 

 

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