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«Fabbrica in fiera» a Montichiari: progetto-pilota con 11 aziende

Dal 18 maggio è possibile vedere come funziona un'azienda con le nuove tecnologie
Angelo Baronchelli, presidente aziende meccaniche Aib - © www.giornaledibrescia.it
Angelo Baronchelli, presidente aziende meccaniche Aib - © www.giornaledibrescia.it
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La «Fabbrica in Fiera» sarà l’evento clou della terza edizione del Bie - Brescia Industrial Exhibition, la tre giorni dedicata alle lavorazioni e alle tecnologie dei metalli, il cui taglio del nastro è in programma il 18 maggio al Centro Fiera di Montichiari.

Angelo Baronchelli, presidente del settore Meccanica di Associazione Industriale Bresciana, da un anno lavora a questo progetto inedito con diversi imprenditori, primo fra tutti il project manager Giuliano Baglioni.

Presidente Baronchelli, ci racconta come nasce la Fabbrica in Fiera e con quali obiettivi?

«Per prima cosa bisogna spiegare perché Aib è coinvolta in modo significativo nel Bie, attraverso il patrocinio della rassegna e la collaborazione nell’organizzazione di numerose iniziative nei tre giorni di esposizione.

L’idea è semplice: tutto quello che può dare evidenza e quindi promuovere le capacità del tessuto imprenditoriale bresciano deve essere sostenuto da un’associazione come la nostra. Penso in particolare al tessuto di piccole, addirittura micro imprese, che costituiscono un tassello importante del nostro contesto produttivo, con capacità straordinarie e che non sempre riescono a farsi conoscere oltre i confini nazionali. Partendo da questo presupposto abbiamo ideato qualcosa di nuovo, in grado di attirare l’interesse degli operatori internazionali, la Fabbrica in Fiera: un’intera linea di produzione 4.0 funzionante e interconnessa. Un perfetto esempio delle tante realtà produttive presenti al BIE con le quali gli operatori potranno stringere rapporti commerciali e di collaborazione».

Di recente ha rimarcato che questo progetto lancia un messaggio chiaro: se si aggredisce il mercato da soli si resta fornitori, facendo sistema invece si diventa partner insostituibili. Può spiegare cosa significa per le pmi bresciane della meccanica?

«Parto dalla mia esperienza di imprenditore: ho sempre pensato che non fosse strategico propormi ai clienti per la semplice vendita di un prodotto, ma fosse necessario fornire un servizio completo, dalla valutazione tecnica delle necessità del cliente, alla progettazione dell’intero sistema, condividendo ogni passaggio anche con le maestranze interne all’azienda, fino all’installazione e alla gestione post vendita. La Fabbrica in Fiera rappresenta proprio questo: undici aziende pronte a studiare in sinergia ogni specifica necessità del cliente. Un paradigma nuovo, che consente alle realtà bresciane di confrontarsi anche con concorrenti molto più grandi. Vi immaginate, al contrario, un cliente costretto ad acquistare in modo separato da undici fornitori non sapendo se poi un macchinario si potrà interfacciare perfettamente a un altro?».

In passato ha già avuto modo di sottolineare che il 4.0 non è una novità che arriva di punto in bianco, ma si tratta di un percorso che inizia da lontano. Qualche esempio?

« L’esempio più semplice lo traggo ancora una volta dalla mia attività di imprenditore, con un’azienda che realizza sistemi complessi per i quali da parte dei clienti è sempre stata fortissima la necessità di verificare in tempo reale il corretto funzionamento dei macchinari ed effettuare al meglio la manutenzione predittiva. Raccogliere e archiviare dati e su questi costruire analisi e acquisire esperienza, uno dei principi alla base del 4.0. Sono cose che molte aziende, anche a Brescia, fanno da almeno 15 anni».

Molti studi mostrano come nei processi di trasformazione digitale le aziende più grandi siano più avanti e investano di più. Secondo lei c’è spazio anche per i medio-piccoli?

«Il tema 4.0 non riguarda solo gli strumenti, è soprattutto una questione di cultura d’impresa e abbraccia una serie amplissima di azioni in grado di trasformare l’azienda. Dalla standardizzazione si passa alla customizzazione del prodotto ed è proprio grazie alle nuove tecnologie che un prodotto custom costerà come uno standardizzato e avrà molto più valore aggiunto. Tutto questo è possibile solo per le grandi aziende? Sicuramente no, anzi molto spesso sono proprio le pmi a intuire le trasformazioni adattandosi con più velocità al cambiamento».

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