GdB & Futura

Una piattaforma universale per controllare i robot. E Brescia c'è

Si chiama I-Mech ed è un maxi progetto che coinvolge 31 partner europei
Il prof Antonio Visioli fra Luca Simoni e Marco Giacomelli - © www.giornaledibrescia.it
Il prof Antonio Visioli fra Luca Simoni e Marco Giacomelli - © www.giornaledibrescia.it
AA

Tecnologie più fluide, veloci e fruibili. In uno slogan: più 4.0 per tutti. È questa la scommessa di ogni innovazione che voglia inserirsi in un contesto industriale già esistente, avviandolo verso la trasformazione digitale o incrementandone le potenzialità in poche semplici mosse. Ne sono convinti anche i 31 partner del maxi progetto europeo I-Mech, che stanno sviluppando una piattaforma universale per il controllo dei robot e dei macchinari smart di ogni genere. Siamo nel comparto ibrido della meccatronica, punto d'incontro fra meccanica, elettronica, informatica e sistemi di controllo.

Dalla Repubblica Ceca arriva il progetto «I-Mech. Smart mechatronic solutions» che si è poi espanso in dieci Paesi dell'Ue coinvolgendo 26 aziende (coordinate dall'olandese Sioux CCM) e 5 università, fra cui quella di Brescia. L'obiettivo è sviluppare un programma capace di controllare il moto di sistemi meccatronici smart: un insieme di software e hardware dotati di relative interfacce in grado di rilevare in tempo reale ogni azione compiuta dalla macchina e, in caso di errori, correggerli in modo automatico.

L'ambizione di I-Mech è sviluppare un sistema adattabile a diverse configurazioni impiantistiche. Per realizzare questa architettura flessibile, ogni unità di ricerca si sta occupando di costruire singoli sottocomponenti (i Building blocks) che verranno verificati su impianti piloti forniti dai partner commerciali e infine assemblati nella piattaforma. Si tratta per lo più di sensori e visori wireless, attuatori e power unit smart, dotati di tecnologia wireless per la trasmissione dei dati e blocchi modulari per il controllo del movimento.

Di questi ultimi si sta occupando il Cluster italiano coordinato dal prof. Antonio Visioli dell'Università degli Studi di Brescia e che comprende l'Università di Modena e di Reggio Emilia, l'azienda bresciana Gefran Drive and Motion Control Unit, Ima ed Evidence. «Stiamo lavorando sul monitoraggio di azioni ripetitive, vibrazioni e taratura automatica per il controllo del moto in feedback», spiega il prof. Visioli. In particolare, il team bresciano - di cui fanno parte anche la prof.ssa Giovanna Finzi, l'assegnista di ricerca Luca Simoni e il dottorando Marco Giacomelli - sta conducendo le prove sul carroponte di Gefran, testando preventivamente le tecniche di controllo mediante un sistema di hardware in the loop. Il carroponte di Gefran.

Simulando differenti configurazioni di carico del carroponte, docente e ricercatori stanno mettendo a punto un sistema smart per il controllo del moto e delle oscillazioni del sistema carroponte. «In questo modo possiamo ottimizzare la prestazione del carroponte senza rischiare di rompere il macchinario, dato che i test avvengono per simulazione virtuale. E gli errori vengono corretti in modo automatico dagli algoritmi». Una volta completati, i Building blocks verranno integrati e testati su macchinari sviluppati dai partner commerciali del consorzio (CNC, robot per la medicina, stampa industriale, semiconduttori, imballaggi ad alta velocità), all'interno di linee produttive già esistenti e in 5 casi studi.

E arriviamo al 2020. A quel punto scatterà la fase di commercializzazione. «Il grande obiettivo è quello di realizzare un centro meccatronico europeo a cui le aziende di qualsiasi tipo possano a rivolgersi. Vorremmo offrire servizi a 360°, customizzati e applicabili su macchine automatiche di ogni genere». Il progetto, di cui è in corso la prima fase, è finanziato da Horizon 2020 tramite aEcsel Joint Undertaking.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia