GdB & Futura

«Startupper, non abbiate paura ma scegliete bene il vostro team»

Parla Marco De Paolis, avvocato bresciano specialista in startup. Le prospettive migliori? Sul fronte AI e blockchain
Startup, progetti e idee alla prova del mercato - © www.giornaledibrescia.it
Startup, progetti e idee alla prova del mercato - © www.giornaledibrescia.it
AA

«Startupper, non abbiate paura. Se avete un’idea andate sul mercato anche se non siete pronti al 100%, iniziate a testare il prodotto per poi migliorarlo». Potrebbe sembrare un invito all’azzardo ma invece è un consiglio che arriva da un esperto legale, l’avvocato bresciano Marco De Paolis. Laureato in Bocconi a Milano, De Paolis è specializzato in diritto societario, tutela della proprietà industriale e intellettuale e appunto startup. «Ho deciso di approfondire quest’ultimo ambito un po’ per passione e un po’ per il buono spazio di sviluppo professionale che vi avevo visto dopo l’entrata in vigore del decreto legge 179/2012».

Avvocato, perchè dice agli imprenditori innovativi di non avere paura?

«La mortalità delle startup è una delle criticità maggiori in questo settore e il tardivo ingresso sul mercato è una causa tra le più comuni. Gli altri motivi devono essere ricercati nel rapporto tra i soci, troppo spesso trascurati e non definiti con chiarezza, in una sbagliata analisi del mercato e anche sul non aver puntato su progetti che rispondano alle reali esigenze del territorio in cui ci si trova».

È questo anche il caso del Bresciano?

«Assolutamente sì e, stando alla mia esperienza posso affermare che le startup di successo sono quelle che incontrano la domande delle aziende che le circondano».

Marco De Paolis, avvocato bresciano specialista in startup - © www.giornaledibrescia.it
Marco De Paolis, avvocato bresciano specialista in startup - © www.giornaledibrescia.it

Restiamo nella nostra provincia: quali ambiti fino ad oggi hanno riscosso maggiori risultati?

«Innanzitutto hanno prosperato le startup e le pmi innovative che proponevano soluzioni per l’industria. Ottime performance si sono registrate anche nell’ambito del fintech, nelle innovazioni di consumo, ad esempio l’analisi dei trend commerciali, della mobilità sostenibile e, negli ultimi anni, anche in ottica ambientale, soprattutto nel campo dei nuovi materiali e delle soluzioni per il riciclo. Nel 2020 vedo invece ampi margini di sviluppo per le imprese che opereranno utilizzando intelligenza artificiale e blockchain».

Facciamo un passo indietro. Come si fa ad aprire una startup?

«Innanzitutto secondo la legge è definibile startup una società di capitali nei primi cinque anni di vita. Si può costituire anche senza atto notarile sul portale Registro delle imprese del Ministero dello Sviluppo economico. In ogni caso è sempre meglio farsi affiancare da un esperto che comprenda i meccanismi legislativi e burocratici, per evitare di costituire una realtà che non corrisponde alle proprie idee».

Brevetti (immagine simbolica) © www.giornaledibrescia.it
Brevetti (immagine simbolica) © www.giornaledibrescia.it

Quali sono i vantaggi di tale tipo di società?

«La normativa prevede numerose agevolazioni per le imprese innovative. Sotto l’aspetto burocratico si è per esempio esonerati dal pagamento dei diritti camerali e dalle imposte di bollo. Dal punto di vista societario invece i vantaggi sono ancora più numerosi: gestione flessibile delle quote di capitale, proroga del termine per la copertura delle perdite a due anni invece che uno, deroga alla disciplina sulle società di comodo e in perdita sistematica, remunerazione flessibile, incentivi fiscali all’investimento nel capitale di rischio proveniente da persone fisiche e giuridiche. Inoltre è possibile accedere alle piattaforme di equity crowdfunding».

Ultima domanda. Se dovesse dare un consiglio a degli startupper quale sarebbe?

«Forse, tra le tante cose alle quali potrei dire di porre particolare attenzione, c’è la costituzione del team. L’assenza di ruoli definiti e di organizzazione è venefica, causa spessissimo problemi anche irrisolvibili. Se invece i compiti e le funzioni di ciascuno sono chiari, e ovviamente l’idea è valida, il lavoro è facile vada nel migliore dei modi. Fondamentale è anche mischiare le competenze. Non servono solo esperti di tecnologia ma anche persone con conoscenze umanistiche, persino filosofiche. Questo perchè ogni invenzione ha una ricaduta sociale e saperne analizzare i possibili effetti è già un primo passo verso il successo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia