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La frenata nelle aziende c'è, ma si deve investire: ecco come

In sala Libretti incontro su come trovare risorse per investire. Focus su giovani e startup
  • L'incontro sugli investimenti al GdB
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AA

Sì, il quadro si sta un po’ incriccando. Rispetto all’inizio d’autunno, le aziende avvertono segnali di frenata. Ad oggi nulla di drammatico, ma il quadro è certamente più grigio rispetto alla fine della scorsa estate. Un giorno sì e l’altro pure, come si avrà visto, gli istituti di analisi, le banche centrali, l’Fmi, l’Ocse e via elencando questo dicono: c’è la frenata.

E quindi le aziende si chiedono: che fare? E se lo chiedono con una sorta di doppia apprensione perché le aziende sono alle prese con quella che chiamiamo rivoluzione digitale che impone investimenti, cambi di paradigma (come si dice), teste dislocate sul nuovo. Perché in gran parte delle aziende c’è l’evidente presa di coscienza che il mondo sta cambiando e quindi investire si deve se devi immaginare un futuro. Ma adesso, con questi chiari di luna, che fare? (per l’appunto). Chi ha spalle grosse e idee chiare può pensare di andare avanti, di non flettere da una strategia delineata qualche tempo e che quindi contemplava investimenti massicci (magari anche favoriti da importanti agevolazioni). Ma c’è anche chi qualche valutazione più prudente la sta facendo. E non sono solo i più piccoli.

 

 

E dunque, sul tema «Come finanziare gli investimenti in uno scenario economico in cambiamento» si sono trovati a parlare nei giorni scorsi in Sala Libretti tre relatori: Paolo Gesa (responsabile della divisione Business di Banca Valsabbina), Lorenzo Pragliola (private debt sales manager di Azimut) e Massimo Laccisaglia (di Microcredito di Impresa). L’incontro, promosso da Banca Valsabbina, ha in qualche modo presentato lo spettro oggi possibile per un’azienda che voglia fare investimenti.

Paolo Gesa ha in primo luogo confermato il quadro di cui si diceva agli inizi. «Nel 2018 la nostra banca ha erogato 600 milioni in nuovi prestiti. È un record», ha commentato Gesa, che ha però precisato: «Ma gli ultimi due mesi dell’anno hanno manifestato un evidente rallentamento». Così va il mondo. È una situazione mondiale, va detto, anche se le previsioni globale segnano per il 2019 un +3,5% di crescita, meno di quanto si pensasse fino a qualche mese fa ma certo ben più del dato italiano (+0,6%). Per ora conforta - ha continuato Gesa - uno spread complessivamente stabile; la stessa legge di bilancio conferma i principali benefici agevolativi mentre resta qualche perplessità sullo stallo cui sono sottoposti i Pir.

La banca, da parte sua, spinge le aziende ad attivare forme alternative al tradizionale credito bancario: i mini bond, ad esempio, e sta pensando ai cosiddetti bond di sistema che cercano di aggregare aziende diverse della stessa filiera. E sempre Banca Valsabbina continua nel progetto di essere una sorta di piattaforma del credito a spettro ampio, stringendo partnership con aziende specializzate, com’è, ad esempio, Azimut.

Azimut: aziende e risparmio. Lorenzo Pragliola ha ricordato le molte opportunità che Azimut può offrire: dalla selezione di aziende potenzialmente quotabili, alla ricerca di partner disponibili ad entrare nel capitale o la valutazione di emissioni obbligazionarie, oppure l’ingresso di Azimut stessa nel capitale. Operazioni che Azimut fa in parallelo con la raccolta di fondi e risparmio dal mercato. Il tutto - ha concluso - Pragliola - «per sostenere l’economia reale».

 

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