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Attila, lo zerbino che saluta, disinfetta le scarpe e manda sms

Nato dalla collaborazione fra Ingegneria-Medicina e due aziende, in 4 secondi elimina microbi e batteri
  • Il gruppo di lavoro dietro ad Attila
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Ha un nome che incute un certo timore, ma nel suo mirino ci sono solo microbi e batteri che combatte sulla soglia di casa integrando a un oggetto comune un sistema del tutto originale. Si chiama Attila ed è la versione 4.0 dello zerbino. Questo tappetino innovativo è capace di combinare sulla stessa superficie un'azione di spazzolatura e una più profonda igienizzazione. Nel giro di 4 secondi, le sue spazzole e le sue cartucce contenenti liquidi antibatterici ripuliscono a fondo le suole delle scarpe da microrganismi potenzialmente nocivi.

«Pensiamo solo ai bambini che giocano sui pavimenti di casa o agli ambulatori. In questi ambienti l'igiene è fondamentale e così viene garantita in modo sicuro», spiega Vittorio Ori, presidente di Ori-Appennino e della rete di aziende Five for Foundry, nonché ideatore del progetto. Un'idea insolita per un imprenditore delle fonderie, e che ha avuto una svolta decisiva nel 2016 con il bando Smart Living della Regione Lombardia. Di lì a un anno, Appennino, Università degli Studi di Brescia e Shots.it hanno cominciato a lavorare insieme al prototipo di Attila, acronimo di Antibacteric Tactile Tool for Innovative Living Areas, ora diventato brevetto.

La scelta dei materiali di Attila e i test microbiologici sono risultato di un tandem tra le facoltà di Ingegneria e di Medicina. «Abbiamo valutato vari prodotti e condotto prove di efficacia per testare l'abbattimento dei batteri, raggiungendo ottimi risultati - illustra la professoressa Laura Depero, responsabile del laboratorio di Chimica per le Tecnologie e referente del progetto insieme a Carlo Bonfanti, docente di Microbiologia a Medicina, e la ricercatrice Stefania Federici -. Essendo un oggetto del tutto innovativo, abbiamo dovuto costruire una struttura ad hoc per fare i test».

Il prodotto finale è un tappetino spesso 2 cm e mezzo, composto da polimeri e acciaio, con un fondo antiscivolo in silicone riciclato. L'aspetto è simile a quello di un comune zerbino, ma funziona a batteria ed è possibile ricaricarlo collegando il cavo usb al computer. Per disinfettare è stato pensato un sistema di nebulizzazione: il liquido viene rilasciato da una serie di cartucce poste al di sotto di una grata e, trasformato in gas, rimuove i batteri dalle suole senza danneggiarne il materiale. Il tutto per 600 passaggi prima di dover cambiare le cartucce e con bassissimo consumo energetico.

Per ora è stata realizzata la versione domestica di Attila, ma si pensa già a quella industriale. «Ospedali, ambulatori, scuole, ma anche piscine e palestre: sono molti i luoghi pubblici in cui è facile entrare in contatto con batteri o funghi e che invece hanno bisogno di mantenere un altissimo livello di igiene».

Le evoluzioni di Attila non si fermano qui. Figlio dell'era degli assistenti vocali, lo zerbino innovativo dà il benvenuto a chi torna a casa con una canzone. Illumina l'ingresso con luci a led. Si accende e si spegne da solo. Può inviare un sms al proprietario di casa ogni volta che viene calpestato (rilevando la presenza di persone). Sono solo alcuni degli optional elaborati da Shots.it, l'agenzia di comunicazione e marketing di Desenzano, terzo partner del progetto. Tutti gadget che, secondo le indagini di mercato condotte dalla Nielsen a dicembre con risultati promettenti, piacciono molto agli americani (e meno ai cinesi). Adesso si tratta di concretizzare l’interesse manifestato da alcune multinazionali.

 

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