Cucina

Iginio Massari ci spiega perché il bossolà si chiama così

Lo fa in un lungo post su Facebook dedicato alla brescianità
I bossolà di Iginio Massari - Foto Facebook
I bossolà di Iginio Massari - Foto Facebook
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«Il bussolà, o bossolà, è ritenuto il dolce tradizionale bresciano. Ha la forma della ciambella con il buco, ed è preparato con uova, burro e farina, oltre ad essere ben lievitato. Il suo nome deriverebbe, secondo alcuni, dal latino “buccella”, ovvero: boccone, pane. In tempi più recenti, anche se fatto derivare sempre dal latino “buccellatum”, assumerebbe il significato di biscotto o galletta».

Lo scrive Iginio Massari in un lungo post su Facebook dedicato alla brescianità. Ad alcune delle cose, cioè, che descrivono la nostra identità, dalla storia alle tradizioni, dai monumenti, come la Loggia, ai personaggi illustri, fino ad arrivare al cibo, come lo spiedo, i casoncelli o, appunto, il bossolà. Un campo, quello del tipico dolce della Leonessa, su cui il maestro pasticcere si sofferma particolarmente, approfondendone le radici.

«La derivazione più antica, e sicuramente più accreditata, farebbe risalire l’origine del nome al mondo celtico. Il termine, infatti, deriverebbe da “bés 'mbesolàt”, ovvero serpente attorcigliato. Quella del serpente attorcigliato è un'immagine presente in numerose tradizioni e leggende della nostra città e provincia. Talmente presente che, a secondo del luogo, viene identificato il serpente con nomi come “basilisco”, ovvero piccolo re, “divin biscio”, “bès galilì”».

Massari cita anche la leggenda tramandata dal gesuita Francesco Antonio Zaccaria, secondo la quale Desiderio scoprì che sarebbe diventato re dall’annuncio di un serpente. 

«Ecco dunque per il nostro “bussolà”, con la sua forma perfettamente rotonda, assurgere a simbolo di perenne rinascita. Soprattutto durante il periodo natalizio, quando il vecchio anno lascia posto al nuovo ed il dolce bresciano entra in tutte le case».

 

 

 

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