Cucina

Già mature le melagrane, frutto salutare per tutto l'inverno

In queste settimane «infuocano» i giardini e gli orti anche alle nostre latitudini, dopo aver fatto bella mostra dei fiori nella tarda primavera
Melagrane -  © www.giornaledibrescia.it
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E’ il frutto più bello dell’autunno, quello più colorato e vivido, capace di “incendiare” di rosso un giardino anche con un solo albero o arbusto. Parliamo del melograno e delle sue splendide, rosse melagrane che in questi giorni punteggiano di vita anche gli orti e i giardini bresciani.

Uno spettacolo già annunciato in maggio, con molti fiori d’un rosso intenso in varie tonalità tra le foglie di verde brillante, e che regala la sua apoteosi tra ottobre e novembre con il calice floreale divenuto frutto. Ecco perchè entra oggi nella dispensa di Stagioni in tavol@ e val la pena di cominciare subito a coglierla o acquistarla, poichè ha pure i pregio di durare molti giorni in casa, senza subire più di tanto il degrado.

Pianta originaria dell’area asiatica tra l’Iran, l’Himalaya e l’India, il melograno è arrivato nel bacino del Mediterraneo probabilmente in età preistorica e in Italia dalla Tunisia grazie ai Fenici (non a caso i Romani la chiamarono Punica). E fin dai tempi più antichi ha avuto per tutti i popoli anche valenze religiose, esoteriche, medicali. Ne scrive ad esempio già Ippocrate e, secondo molti studiosi, sarebbe proprio il melograno “l’albero della vita” del Paradiso terreste, mentre una analoga definizione si ritroverebbe pure nel Corano.

Il nome attuale deriva invece dal latino “malum granatum”, ovvero mela con i grani, anche se le somiglianze con un pomo in verità sono solo parziali ed esteriori, e nell'alveo di questa definizione rientra pure il nostro termine dialettale "pòm granàt".

IL PARERE DELL’ESPERTO. La melagrana bella e iconica, è stata spesso al centro dellle nature morte di tanti artisti, ma oltre all'estetica si fa apprezzare assai pure per il suo apporto salutare alla nostra dieta.

Si tratta infatti di un alimento ricco di proprietà nutritive assai utili al nostro organismo, adatto alla stragrande maggioranza delle persone e a moltissimi regimi dietetici, anche se i suoi benefici sono stati esaltati in modo fuorviante e, soprattutto, non suffragato da prove scientifiche, da quanti ne hanno sostenuto addirittura il ruolo di frutto anticancro.

Nei semi che ne costituiscono il cuore, ricchissimo è il contenuto di vitamina A e C, limitato l’apporto calorico, significativa la presenza di fruttosio, di fibre e di polifenoli,  ovvero un patrimonio di doni per il nostro benessere davvero imponente

Di conseguenza è inserito, spesso come succo o spremuta, nella gran parte dei regimi alimentai salutari per le proprietà antiossidanti, la riduzione del colesterolo, il corretto funzionamento dell’intestino, mentre debbono consumarlo con moderazione gli obesi e i diabetici. Ancor più preziosa è la sua maturazione tardiva, che ne fa appunto un frutto salutare disponibile per buona parte dell'inverno, quando le alternative scarseggiano.

LA RICETTA. Il primo problema, peraltro di semplice pur se un po’ noiosa risoluzione, è la necessità di liberare i semi dalla buccia e dall’involucro bianco che li raccoglie. Molti i metodi consigliati, ma il migliore, pur se non il più veloce, consiste nel realizzare con il coltello un incavo nella zona del picciolo e in quella opposta, quindi incidere con quattro solchi perpendicolari la buccia, ma solo per pochi millimetri, e con le mani forzarne l’apertura.

A quel punto sarà facile sgranare il frutto, liberandolo delicatamente da tutte le pellicine e dal mallo bianco senza perdere troppo succo. I semi (detti “arilli”) così ottenuti si possono consumare freschi, arricchendo macedonie e torte, ma entrano con il loro apporto dolce/acidulo anche in molte preparazioni salate.

Ad esempio, abbastanza diffuso pure alle nostre latitudini, è l’abbinamento della melagrana con il pollo o il coniglio. Vediamone insieme una possibile valorizzazione.

Potete farvi tagliare a pezzi un pollo o un coniglio dal vostro macellaio, metterlo in una bacinella a marinare con vino bianco, i semi di una o due melagrane, il succo di mezzo limone, qualche pezzo di sedano, carota e cipolla, sale e pepe, e magari qualche erba aromatica di vostro gradimento (ci sta benissimo, ad esempio, poco finocchietto).

Chiudete la bacinella con la pellicola e dimenticatevela per almeno tre ore. A quel punto, estraete i pezzi di pollo o di coniglio e tamponateli con carta da cucina per asciugarli ben bene, quindi fateli soffriggere con un po’ d’olio in un tegame capiente. Aggiungete subito anche il sedano, la carota e la cipolla estratte dalla marinatura e lasciate cuocere per qualche minuto.

Quando sarà tutto ben rosolato avete due opzioni per la cottura vra e propria. Potete irrorare il pollo o il coniglio con la marinatura di vino e melagrana e terminare la cottura in tegame a fuoco medio; oppure potete mettere i pezzi di pollo o di coniglio ordinatamente schierati in una teglia oliata e coprirli con il soffritto e la marinatura prima di passare il tutto in forno a 180 °C per almeno una mezzora.

Servite alfine il piatto ben caldo ai vosri ospiti, avendo cura di spargere i semi di melagrana su ogni pezzo di carne

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