Economia

Superbonus: si può efficientare casa senza anticipare le spese

Gli strumenti della cessione del credito e dello sconto in fattura per finanziare i lavori di ristrutturazione
La cessione del credito può essere fatta anche tramite sconto in fattura dell'impresa edile
La cessione del credito può essere fatta anche tramite sconto in fattura dell'impresa edile
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Sconto in fattura e cessione del credito rappresentano due importanti novità introdotte dal decreto Rilancio nell’ambito del Bonus Casa 110%. Allettante alternativa alla detrazione fiscale di cinque anni per i lavori di efficientamento degli immobili. Un’opportunità che in alcuni casi permette di avviare i lavori, anche se non si possiedono le disponibilità finanziarie. Nelle scorse settimane abbiamo approfondito le tipologie dei lavori che possono essere effettuati e l’ammontare della detrazione: oggi ci occuperemo del finanziamento.

Ciascuna opzione presenta caratteristiche molto diverse. Lo sconto in fattura può essere richiesto direttamente a chi realizza i lavori: la somma si trasforma in credito fiscale che l’impresa può a sua volta cedere a terzi. Il decreto Rilancio consente la cessione del credito ad un terzo, tipicamente una banca o un intermediario finanziario (assicurazioni, Poste, Esco-energy service company ecc) che acquisisce il credito ad un prezzo ovviamente inferiore al valore nominale. Opportunità cavalcata dagli istituti di credito italiani che hanno messo a punto offerte destinate a condomini e privati.

La cessione del credito è consentita per i lavori che rientrano nel 110%, ma si può applicare anche all’ecobonus standard, al bonus facciate, al bonus ristrutturazioni che hanno detrazioni in percentuale diversa. Le offerte delle banche sono simili. Prevedono la possibilità di richiedere un’apertura di credito per l’anticipo del pagamento di contratti e fatture (che può variare nel tempo e solitamente è di 18 mesi). La linea di credito della banca viene utilizzata per pagare gli interventi che danno diritto ai benefici fiscali e nel limite massimo dell’importo del credito fiscale ceduto. Il credito è cedibile anche ad avanzamento lavori: la banca può quindi provvedere ad erogare parte del pagamento al raggiungimento del 30% o del 60% dei lavori (in questo caso sarà necessario disporre anche materiale fotografico sull’avanzamento lavori).

«Banca Valsabbina ha messo a disposizione una serie di prodotti idonei, in particolare forme di finanziamento a tassi agevolati per i committenti, ma anche general contractor - dichiara Hermes Bianchetti, responsabile Divisione Business di Banca Valsabbina -. Abbiamo studiato un prodotto per privati, condomini ed imprese caratterizzato da un processo particolarmente snello e veloce: la banca paga il cedente nel momento in cui il credito di imposta viene accettato nel cassetto fiscale dell'istituto accreditando immediatamente la liquidità sul conto corrente del cliente».

Ricordiamo che il credito non può essere generato da chi non ha redditi, ad esempio da chi paga le tasse all’estero; mentre può essere ceduto da chi ha redditi non imponibili Irpef (come chi ha redditi da locazione) o ancora quando il contribuente ha detrazioni superiori alle imposte che dovrebbe pagare nei 5 anni. Il peso della burocrazia. Le banche vogliono naturalmente avere l’assoluta certezza che chi cede il credito abbia diritto di farlo, per questa ragione la burocrazia è imponente. Carte su carte: il numero dei documenti da produrre varia da 20 a 40. Permessi, autorizzazioni, dichiarazioni, mappe, preventivi da fornire all’istituto di credito.

Si parte col titolo preliminare sulla regolarità urbanistica fino alle dichiarazioni del cliente dell’impresa, le asseverazioni tecniche, energetiche e così via. «Abbiamo cercato di limitare la burocrazia - dichiara Bianchetti -. Al fine di sostenere al meglio il territorio abbiamo messo a disposizione un plafond di 175 milioni di euro sul 110%».

 

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