Economia

Controlli allungati per il Superbonus: il fisco si prende 8 anni

Le sanzioni per i «furbetti» sono alte: i professionisti dovranno proteggersi con polizza assicurativa
Il Bonus casa è fonte di grandi opportunità per chi vuole ristrutturare
Il Bonus casa è fonte di grandi opportunità per chi vuole ristrutturare
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I «furbetti» sono avvisati: ci saranno 8 anni di tempo. È quanto avranno a disposizione gli uffici dell’Agenzia delle Entrate per verificare la veridicità dei documenti depositati da chi ha ristrutturato casa col 110%. Il superbonus è fonte di grandi opportunità per chi ha casa e vuole ristrutturare, per i professionisti (commercialisti, ingegneri, tecnici), per le imprese dell’edilizia; ma contemporaneamente genera valanghe di dubbi e timori, alcuni dei quali si vanno sciogliendo settimana dopo settimana grazie a circolari e risposte agli interpelli.

Su tutte c’è la questione delle sanzioni e responsabilità per le dichiarazioni e le asseverazioni non congrue. La normativa è chiara, spiega la commercialista Elisabetta Bombana: «Qualora sia accertata la mancata sussistenza, anche parziale, dei requisiti che danno diritto alla detrazione d’imposta, l’Agenzia Entrate provvede al recupero dell’importo corrispondente alla detrazione non spettante, maggiorata di interessi e sanzione». L’attenzione del fisco è puntata soprattutto sulla «cessione del credito» e lo «sconto in fattura», che coinvolge in particolar modo il fornitore che ha applicato lo sconto o i cessionari che hanno acquistato il credito. «Nel caso di concorso nella violazione da parte del fornitore o del cessionario, entrambi risponderanno solidalmente della sanzione, della detrazione illegittimamente operata e dei relativi interessi - spiega la commercialista Bombana-. Tipiche situazioni a rischio potrebbero configurarsi nell’ipotesi di operazioni inesistenti oltre che, in determinate condizioni, di indebite compensazioni; nel caso gli importi siano superiori a quelli reali».

Il tema dei controlli richiama quello delle responsabilità, macigno pesante per i professionisti: attestazioni e asseverazioni false - ferma restando l’applicazione di sanzioni penali se il fatto costituisce reato - rischiano sanzioni amministrative che vanno dai 2.000 ai 15.000 euro. Per questa ragione è stato imposto l’obbligo ai professionisti di disporre di una adeguata polizza assicurativa, con massimale adeguato al numero dei documenti rilasciati - spiega la commercialista Bombana -, non inferiore a 500mila euro

Tra certificati, asseverazioni, visti e pratiche varie, gli oneri «accessori» sono una voce di spesa rilevante per chi vuole eseguire lavori «agevolati». Stimarne l’incidenza è difficile, spesso si tratta di costi fissi il cui peso relativo diminuisce al crescere del costo complessivo dell’intervento. Ma non è azzardato affermare che si può andare da un 2-3% fin oltre il 10%. La domanda chiave comunque è un’altra: questi oneri sono detraibili al 110% o no? La risposta è senz’altro «sì» per alcune spese espressamente individuate dal decreto Rilancio (articolo119, comma 15). Si tratta, in particolare, delle «spese sostenute per il rilascio»: dell’Ape richiesto dal comma 3 dello stesso articolo, «pre» e «post» intervento. È senz’altro compreso il visto rilasciato in occasione dei singoli stati avanzamento lavori (Sal), se previsti.

Sull’operazione Bonus Casa 110% pesa l’effetto tempo: la scadenza del dicembre 2021 rappresenta una spada di Damocle che rischia di vanificare tutti gli effetti positivi dell’iniziativa. La maggior parte degli interventi richiede, specialmente nel caso dei condomini di grandi dimensioni, un tempo congruo solo per comprendere come muoversi e quali interventi realizzare. Serve un arco temporale maggiore, che consenta una programmazione vera: la richiesta degli operatori del settore è di arrivare al 2025.

 

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