Ambiente

Il decreto-legge «salvamare» esteso alle acque del Garda

Ora i pescatori potranno portare a riva i rifiuti finiti nelle loro reti
Le acque del Garda © www.giornaledibrescia.it
Le acque del Garda © www.giornaledibrescia.it
AA

Esteso alle acque dolci, e dunque anche al Garda, il cosiddetto «Decreto Salvamare», disegno di legge presentato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa a tutela delle acque. La norma, pensata appunto per il mare, sarà applicata anche su laghi e fiumi grazie a un emendamento della deputata veronese della Lega Vania Valbusa.

«L’ampliamento della legge – ha dichiarato Valbusa - è un’azione concreta per promuovere il controllo e la pulizia delle acque dolci nazionali, che tra l’altro ben si allinea con le finalità del Contratto di Lago appena sottoscritto dai comuni gardesani. Sarà un utile strumento per i sindaci impegnati nel dare una nuova gestione al Garda, condivisa e sensibile ai rischi ambientali».

Tra le altre cose la legge prevede finalmente che, anche nelle acque interne, i pescatori possano portare a terra plastica e oggetti accidentalmente finiti nelle loro reti, senza essere accusati del reato di trasporto illecito di rifiuti o essere considerati produttori di rifiuti, per i quali dovrebbero addirittura pagare lo smaltimento. Un’assurdità che la legge Salvamare finalmente affronta e risolve. I pescatori potranno così diventare preziosi alleati nella lotta all’inquinamento delle acque.

La deputata Valbusa si sta occupando anche di una proposta di legge sull’obbligo per i possessori di imbarcazioni di essere muniti di un documento che dimostri la pulizia della carena prima del varo nelle acque interne italiane. Un provvedimento inserito anche nel Contratto di Lago finalizzato a prevenire l’immissione nel lago di Garda di alghe e batteri «alieni», cioè non autoctoni, che potrebbero minacciare l’ecosistema.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia