Una Vespa e L’albero degli zoccoli: come nasce il sogno bresciano

I fratelli Agazzani sulla copertina dell’inserto «Qualità della Vita» con una foto in bianco e nero scattata nel 1956. Nel 2025, pur senza il primogenito Augusto, sono tornati in sella al mezzo più famoso d’Italia
La famiglia Agazzani sulla Vespa nel 1956 e nel 2025 - © www.giornaledibrescia.it
La famiglia Agazzani sulla Vespa nel 1956 e nel 2025 - © www.giornaledibrescia.it
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Quattro fratelli sulla Vespa del papà. Un’istantanea in bianco e nero. I sorrisi. I vestiti buoni della domenica. È il 1956 e il futuro dell’Italia è tutto da scrivere. Augusto, Ida, Giuseppe e Luigi non sanno che quello scatto fatto un giorno qualsiasi a Dello sarebbe a suo modo entrato nella storia fino ad essere inserito nel volume «Brescia archivia» nel 2014 e a diventare, 69 anni dopo il click, la copertina di un inserto sulla qualità della vita nel Bresciano.

Nel 2025, pur senza il primogenito Augusto (scomparso pochi anni fa), i fratelli Agazzani entrano con emozione nel museo Diocesano per la presentazione della 12esima edizione del rapporto e condividono i ricordi di quel periodo, «nel quale si poteva vivere felici – confessa Luigi –, non ci è mancato nulla nonostante non fossimo abbienti e siamo riusciti a costruire qualcosa di buono».

Ida, nata subito dopo la Liberazione, ha la stessa età del Giornale di Brescia. Davanti ad una Vespa identica a quella di papà Dario (messa a disposizione per l’evento di ieri sera dal consigliere del Vespa Club Chiari Fabio Togni), ricorda: «Nutro sentimenti di gratitudine e di orgoglio per la mia famiglia. Vivevamo in una caserma che come tante case dell’epoca non aveva acqua né servizi igienici o riscaldamento. Eppure la nostra mamma riusciva sempre a tenerci puliti e ordinati, come si vede in questa fotografia».

La presentazione dell'inserto al Museo Diocesano - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
La presentazione dell'inserto al Museo Diocesano - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

Anche Giuseppe parla di «infanzia e adolescenza gioiose in un’oasi di serenità in mezzo al verde nella Bassa, lì dove Ermanno Olmi girò la scena del mulino: il nostro “albero degli zoccoli” è a Dello, a cui siamo legati per un passato semplice ma solido. Lì abbiamo forgiato il nostro carattere». Basta tornare a guardarla quella pellicola-capolavoro, vincitrice della Palma d’oro a Cannes nel 1978, per immaginare il passato nella Bassa bresciana che appartenne anche ai fratelli Agazzani: all’ombra del Mulino Muse, uno degli ultimi rimasti intatti nella zona e tra le più tipiche testimonianze di architettura civile per uso industriale, voci contadine dialettali si fondono al fruscio della campagna nostrana.

«Ogni volta che guardo quelle immagini del film e le fotografie dell’epoca della nostra famiglia mi emoziono. Di certo non mi sarei mai aspettato un tale onore», conclude Giuseppe osservando la copertina dell’inserto del Giornale di Brescia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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