Politica

Tremonti, la «lezione» del ’500 per leggere l’attualità

L’ex vicepremier ha presentato in città, nell’auditorium della Confartigianato, il suo ultimo libro «Guerra o pace»
La presentazione del libro di Giulio Tremonti a Brescia © www.giornaledibrescia.it
La presentazione del libro di Giulio Tremonti a Brescia © www.giornaledibrescia.it
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«The time is out of joint. Il tempo si è scardinato». Di fronte ad una platea di imprenditori e artigiani, riuniti ieri sera nell’auditorium della Confartigianato di via Orzinuovi, Giulio Tremonti per spiegare il nostro tempo ha citato l’Amleto di Shakespeare. Un rimando, in verità, alla premessa del suo ultimo libro «Guerra o pace», nel quale parla di «salto d’epoca», appunto, lo stesso che l’Europa visse nel ‘500. La presentazione del pamphlet è stata l’occasione per dibattere sui temi internazionali di più stretta attualità: dai rapporti con gli Stati Uniti ai dazi, dall’Ucraina alla Russia e alla Cina per cercare di tirare le fila di una situazione «molto complicata» in cui per l’Europa non si sta mettendo benissimo.

Moderati dal vicedirettore del Giornale di Brescia, Giorgio Bardaglio, al confronto hanno preso parte oltre all’ex vicepremier e ministro dell’Economia dei governi Berlusconi, anche Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, e Pierferdinando Casini, introdotti da Giangiacomo Calovini, deputato di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Affari esteri della Camera, organizzatore dell’incontro.

Parallelismi

Il parallelismo del nostro tempo con il ‘500 secondo Tremonti sta in alcuni eventi simili che accomunano le due epoche: la scoperta dell’America; l’invenzione della stampa; la prima crisi finanziaria globale «con il Regno di Spagna che andò in default per sei volte consecutive» e, da ultimo, l’invasione mussulmana da Est con l’assedio di Vienna. Vicende che possono essere accomunate alla «scoperta» della Cina, all’avvento di internet, alla crisi economica del 2008 e all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. «C’è una profonda differenza però tra queste due epoche – ha precisato Tremonti –. Che se nel ‘500 quei fatti sono accaduti in un secolo, da noi tutto questo è avvenuto in 30 anni, nel trentennio in cui l’utopia della globalizzazione è iniziata ed è entrata in crisi».

Crisi della globalizzazione

E con la crisi della globalizzazione oggi dobbiamo fare i conti. Una crisi che Donald Trump vorrebbe frenare con l’imposizione di dazi, «che non possiamo però contrastare – ha spiegato il ministro Foti – imponendo noi dei dazi all’America. Non siamo nelle condizioni di dare le carte e una politica di dazi esasperati non giova a nessuno. Piuttosto – ha precisato – immaginiamo di intercettare nuovi mercati, magari quegli stessi, come il Messico, che potranno andare in sofferenza a causa dei dazi imposti dagli Stati Uniti».

Sul rischio di un mondo chiuso alle merci è intervenuto il presidente Casini che ha ripreso un passaggio del libro nel quale Tremonti afferma che «se i confini non sono oltrepassati dalle merci, sono oltrepassati dagli eserciti. Ma non possiamo consegnare ai nostri figli un mondo nel quale – ha concluso Casini – è la forza a dettare le regole».

In conclusione, poi, per la salvezza del Vecchio Continente tutti hanno convenuto su una cosa: che l’Europa investa su una difesa comune e cambi le regole, prevedendo il voto a maggioranza e non più all’unanimità.

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