Luigi Marattin: «Ecco perché sono nati i liberaldemocratici»

L’8 marzo a Roma è nato il partito Liberaldemocratico: si pone al centro, si muove nel solco dell’esperienza del governo Draghi e riunisce in una sigla politica quattro associazioni: Orizzonti Liberali, Nos, Libdem e Liberal Forum. Questa sera, alle 20.45 a Palazzo Averoldi (via Moretto 12, in città) il fondatore di Orizzonti Liberali, l’on. Luigi Marattin, si confronterà con l’economista Carlo Cottarelli, con il presidente di Nos Roberto Bellia e con l’assessore comunale Andrea Poli sulle prospettive dell’industria bresciana nel mercato globale, con un focus su occupazione e salari.
Da dove nasce il progetto dei liberaldemocratici?
C’è un pezzo di Italia che si è stancato della politica delle curve ultra. E che non vuole rischiare di mandare, col proprio voto, Landini a fare il ministro del Lavoro o Salvini a fare il ministro degli Interni. Un pezzo di Italia che vuole ridurre la spesa pubblica per tagliare le tasse, fare una rivoluzione concorrenziale e meritocratica, fare il nucleare subito, smetterla con l’Italia dell’assistenzialismo. Oggi questo pezzo di Italia non ha rappresentanza politica, infatti ha smesso di votare. Noi ci rivolgiamo a loro.
Lo spazio al centro è conteso da molte formazioni, come pensate di essere politicamente attrattivi?
Non credo siano così tante. Italia viva e Più Europa hanno scelto di stare nel Campo Largo, quindi votare loro significa mandare Landini a fare il ministro del Lavoro. Forza Italia e Noi Moderati hanno scelto il centrodestra, quindi votare loro significa rafforzare Salvini che dice che i dazi fanno bene alle imprese italiane. Rimane Azione, con cui vogliamo costruire un campo unitario: siamo già nei fatti una unica comunità, che deve contare di più delle ambizioni individuali.
Come vi ponete rispetto all'attuale maggioranza di governo? E nei rapporti con le altre opposizioni?
Quando la Meloni si schiera sull’Ucraina e fa la riforma del mercato dei capitali, siamo con lei. Quando fa la populista che rinsalda la propria base sovranista, quando aumenta la pressione fiscale, siamo contro di lei. Le altre opposizioni non ci riguardano: per quanto mi riguarda, altri 5 anni di questo centrodestra sono altrettanti indesiderabili che 5 anni di questo centrosinistra.
Quest'anno non ci sono scadenze elettorali non rischia di essere una lunga traversata nel deserto visto che i primi appuntamenti per misurarvi sono le Regionali del prossimo anno?
Viva le traversate nel deserto. Siamo troppo abituati a partiti che in poche settimane passano da zero al 30%: quello è consenso effimero, che poi passa al populista successivo. Noi abbiamo un progetto di lungo periodo, e useremo i prossimi anni per radicarci sui territori, coinvolgere persone, comunicare che la politica può essere anche bella, e non lo spettacolo pietoso che ha offerto negli ultimi anni.
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