L’amico di Trump: «Lo conosco da 30 anni e mi aspettavo la vittoria»

George Guido Lombardi è un cittadino statunitense di origini italiane. È amico dell’imprenditore bresciano Stefano Cervati, con il quale è stato anche socio in affari. Da anni si occupa di consulenza immobiliare negli Usa, ma ha anche un legame con Donald Trump.

Signor Lombardi che rapporto ha con Donald Trump?

Io sono andato a vivere alla Trump Tower, a New York, nel 1995, quasi trent’anni fa. Chiaramente non ci siamo conosciuti subito, ma incrociandoci spesso negli anni e condividendo lo stesso ascensore, si è creato un legame. È venuto diverse volte a casa mia e anche io sono stato nella sua. Io poi sono sempre stato vicino a Berlusconi, a Bossi e a Maroni: quando sono stati da me a New York li ho fatti incontrare con Trump.

Ma avete anche lavorato insieme.

Quando ha deciso di presentarsi alle elezioni del 2016 mi ha chiamato chiedendomi di aiutarlo perché sapeva che avevo molti contatti. Poi un po’ di politica ne capisco e alla fine mi sono occupato dei social per quella campagna elettorale: chiaramente non a pagamento, ma l’ho fatto volentieri fino al 2018.

Lo vede ancora spesso?

Adesso c’è un cordone di sicurezza molto più importante, ci sono personaggi famosi come Elon Musk: ora è decisamente più complicato incontrarsi e fare una chiacchierata come accadeva vent’anni fa. Se c’è qualcosa di veramente importante ho il contatto della sua segretaria personale e conosco bene il figlio Eric, ma ripeto: solo se è una questione cruciale.

Venendo alle elezioni, si aspettava una vittoria così netta?

Me l’aspettavo sì, ma mi aspettavo anche che i democratici lottassero un po’ di più. L’unica battaglia l’hanno fatta sui media raccontando molte bugie: a sentire loro Trump ha detto che vuole cacciare 20 milioni di clandestini. Non è assolutamente così: vuole mandare a casa i criminali e in quattro anni potrebbero esserci un milione o due di rimpatri.

Game, set and match

— Elon Musk (@elonmusk) November 6, 2024

Come pensa possano cambiare gli Stati Uniti nei prossimi quattro anni?

La borsa è già in crescita. Se Wall Street fa queste previsioni vuol dire che l’economia risentirà in positivo della vittoria di Trump, anche se gli imprevisti ci sono sempre. Inoltre questa vittoria potrà essere utile anche per altri Paesi: lui ha sempre affermato che da presidente taglierà i viveri a Zelensky: forse così la guerra finirà.

Non era facile tornare alla vittoria dopo aver perso le elezioni nel 2020. È forte Trump o i democratici hanno sbagliato qualcosa di troppo?

Certamente Trump è forte perché gli hanno fatto di tutto e lui è sempre sopravvissuto. Cause in tribunale, un attentato pericolosisismo e le bugie sul suo conto da parte dei media. Avrebbero distrutto qualsiasi persona, ma lui ha resistito.

È però evidente che i democratici abbiano fatto dei grossi sbagli. Il dibattito tra Trump e Biden ha dimostrato a tutta l’America che quest’ultimo non avrebbe più potuto fare il presidente. Allora si sono buttati su Harris, ma anche quello è stato un errore, perché avrebbero potuto scegliere una persona con più esperienza.

L'attesa in Nevada - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Obama spingeva per lei, ma era evidente che ci fossero dei malumori all'interno del partito. Inequivocabile da questo punto di vista è stato l’atteggiamento di Clinton. Nei suoi comizi ha sempre detto di sostenere apertamente Harris, ma tra le righe qualche frecciatina l’ha tirata. Diceva che l’economia era più florida con Trump e che Biden aveva portato più inflazione, sosteneva poi che le guerre più dure nel mondo fossero scoppiate con la presidenza di Biden e non con quella di Trump. Parole che non hanno fatto bene ai democratici.