Comunità montana e Bim, Tomasi è il nuovo presidente
Come ampiamente previsto, Corrado Tomasi è stato eletto ieri sera presidente della Comunità montana e del Bim, con una maggioranza che, sulla carta, è composta da 39 Comuni su 40 (e 46 su 47 al Bim), con fuori solo Darfo, ma con l’assenza di Breno (che «non condivide il metodo con cui si è partiti»). Confermata la squadra annunciata: in Comunità montana il vice è Enrico Dellanoce con assessori Giambattista Bernardi, Cristian Farisè, Giovanni Ghirardi, Mirco Pendoli e Priscilla Ziliani, mentre al Bim il vice è Ruggero Bontempi mentre è amministratore Marina Lanzetti.
A presentare la candidatura di Tomasi per il Gruppo civico è stata la neo capogruppo Ida Bottanelli, che ha illustrato i capisaldi del documento programmatico e ringraziato l’uscente Sandro Bonomelli, che ha avuto il merito di tenere insieme il Gruppo civico. «Le linee di mandato - ha detto Bottanelli - hanno cercato di unire gli intenti di tutti i sindaci con la consultazione delle sei Unioni e interpellando anche le varie sensibilità e le maggiori forze politiche. Il programma è vario e punta sulle autonomie, sul ruolo chiave della montagna alpina e sulle grandi derivazioni».
Tomasi, nel suo intervento, ha sottolineato la centralità della richiesta di autonomia - «che non costa nulla in termini economici, ma garantirebbe una serie di efficienze: la crescita economica degli ultimi decenni nell’arco alpino è direttamente proporzionale all’autonomia posseduta» - e della scadenza delle grandi concessioni e dell’Ato, «un primo passo di autonomia».
Polemiche
Duro l’intervento di Dario Colossi, sindaco di Darfo, l’unico fuori dalla maggioranza, presente con la Giunta e alcuni consiglieri in sala. «È una situazione che si trascina da tempo e che pregiudica la vita di questo territorio - ha detto -. Il vostro programma è quello di chi si volta indietro invece di guardare avanti, la Comunità montana è un feudo e un salotto dove si sfila e si chiedono risorse. Vogliamo rispetto e pari dignità per i nostri cittadini, da due anni subiamo ingiustizie e abbiamo i rubinetti chiusi perché non allineati. Vi presentate come una corazzata stritola sassi, ma si percepisce malumore, insoddisfazione e timore di perdere qualcosa, un clima di condizionamento».
Nel dibattito che ne è seguito, sono intervenuti Luca Masneri, che la affermato come sia «un dovere di ogni amministratore lottare per l’autonomia» e chiesto attenzione per i municipi camuni di Acque Bresciane. A seguire Ottavio Bettoni, quale rappresentante della Lega, e Alessandro Francesetti per Fratelli d’Italia, oltre a Sandro Bonomelli, che ha ricordato Sandro Farisoglio, Pier Luigi Mottinelli e Federico Laini per il Lago. Il voto è stato «bulgaro»: 38 mani alzate per il sì, un astenuto (Tomasi) e un contrario (Darfo).
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