Colloquio fiume tra Trump e Putin, ma lo zar non cede sulla tregua

Il presidente russo Vladimir Putin apre ad un cessate il fuoco in Ucraina ma la tempistica è ancora tutta da definire: sicuramente non ora e non di 30 giorni. E Donald Trump, al termine di una telefonata fiume durata oltre due ore con il leader del Cremlino, annuncia che Kiev e Mosca inizieranno a trattare «immediatamente» una tregua.

E poi, «ancora più importante, a negoziare la fine della guerra», senza però fornire per il momento alcun dettaglio. L’inquilino della Casa Bianca, al termine dell'attesissimo colloquio con il leader russo, è apparso ottimista, parlando di una conversazione dai «toni e dallo spirito eccellente».

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— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) May 19, 2025

Incontro rimandato

Pazienza se dallo zar non è emerso alcun riferimento proprio al cessate il fuoco e neanche una parola sul possibile incontro fra i due leader: «Non è il momento», ha tagliato corto il Cremlino a proposito del faccia a faccia che per il presidente americano potrebbe essere la chiave di volta per sbloccare la guerra in Ucraina che va avanti da oltre tre anni.

Un passo avanti

Per ora Trump sembra dunque aver spuntato da Putin solo impegni vaghi che, comunque, rappresentano un piccolo passo in avanti dopo i colloqui di Istanbul che ha segnato il primo contatto diretto fra Kiev e Mosca in tre anni. Le «condizioni» delle trattative «saranno negoziate tra le due parti, perché conoscono i dettagli di un negoziato di cui nessun altro sarebbe a conoscenza», ha quindi aggiunto Trump in quello che però alcuni osservatori vedono come un passo indietro degli Stati Uniti. E ben venga per il presidente americano, come per i leader europei, la disponibilità del Vaticano a ospitare le trattative.

I spoke with @POTUS twice today. First, we had a one-on-one call before his conversation with the head of Russia, and later we spoke together with President Trump and European leaders President @EmmanuelMacron, Prime Minister @GiorgiaMeloni, Federal Chancellor @bundeskanzler,… pic.twitter.com/mm6a0Pro84

— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) May 19, 2025

Ai toni di Trump, che fra le righe canta vittoria per aver aperto quella che è a suo avviso la strada per mettere fine al «catastrofico bagno di sangue» in Ucraina, si contrappongono i toni ben più cauti di Putin, collegatosi col presidente americano da Sochi dove si trovava per l'inaugurazione di una scuola di musica. Il leader del Cremlino si è impegnato a lavorare con Kiev su un memorandum per un «possibile trattato di pace futuro» che stabilisca tra l’altro «un possibile cessate il fuoco per un periodo se i relativi accordi saranno raggiunti». Ma ha avvertito: «Servono compromessi che soddisfino ambedue le parti» e, soprattutto ed è necessario «eliminare le cause di fondo» del conflitto.

L’apertura di Kiev

Da parte sua Volodymyr Zelensky, aggiornato da Trump, ha assicurato che Kiev è pronta a studiare l’offerta russa su un possibile memorandum. Ma il leader ucraino ha anche ribadito che Kiev non si ritirerà dalle zone sotto il suo controllo – riferendosi alle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia – condizione che era stata posta dai russi a Istanbul.

Il punto debole

In realtà, secondo molti osservatori, Putin ribadendo di fatto le sue posizioni sembra continuare a perseguire l’obiettivo di guadagnare tempo e andare avanti con la guerra. «Penso che Putin non sappia come uscire dal conflitto», aveva detto prima della telefonata il vicepresidente americano, JD Vance.

This afternoon, @SecRubio and I met with President Zelensky.

Our countries share the goal of ending unnecessary bloodshed in Ukraine, and we discussed updates on the ongoing negotiations for a ceasefire and lasting peace. pic.twitter.com/uvrWASXKCw

— Vice President JD Vance (@VP) May 18, 2025

E questa incapacità dello zar può essere, per gli osservatori il punto di forza degli Stati Uniti, insieme a sanzioni pesanti contro Mosca e chi l’aiuta. A premere su questo sono i Paesi europei, che Trump ha aggiornato sui contenuti della telefonata con Putin.