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Fulmini sulla città, il boato di un tuono riempie il cielo di Brescia

Nel pomeriggio di maltempo una intensa attività elettrica ha suscitato qualche spavento ma nessun danno
Fulmini sul Bresciano: l'attività elettrica monitorata sul Bresciano da Blitzortung.org
Fulmini sul Bresciano: l'attività elettrica monitorata sul Bresciano da Blitzortung.org
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Un boato. È quello che attorno alle 18.20 è risuonato nell'uggioso (e freddo) pomeriggio segnato dal cielo bigio e dall'arrivo delle prime annunciate precipitazioni serali. Un fragore formidabile che i più attenti hanno notato essersi propagato in capo a una frazione di secondo dall'istante in cui il lampo ha illuminato la Leonessa.

Un fenomeno che fa parte di una intensa attività elettrica che ha dominato ampia parte del Bresciano e che ha visto sulla città almeno tre episodi principali, stando ai sistemi di monitoraggio dei fulmini più facilmente accessibili (su tutti Blitzortung.org), che li collocano rispettivamente su Mompiano, su Lamarmora e su Porta Venezia.

La distanza

Un fulmine e... un pipistrello nei cieli della nostra città (2017) - Foto di Riccardo Paroni
Un fulmine e... un pipistrello nei cieli della nostra città (2017) - Foto di Riccardo Paroni

Per fortuna, nessun danno o problema è stato segnalato alle centrali operative dei Vigili del Fuoco o della Polizia Locale. Casomai, qualche legittima curiosità può aver lasciato in chi ha avvertito il tuono e ha provato a comprendere a quale distanza si fosse manifestato il fulmine. Distanza che la scienza non da oggi ci rivela facilmente calcolabile se si ha avuta la prontezza di contare i secondi intercorsi tra lampo e tuono: basta infatti moltiplicare il numero dei secondi x 330, vale a dire la velocità di propagazione del suono espressa in metri al secondo, ed ecco il risultato espresso in metri.

Nube-Nube

Attività elettrica su Brescia: i tre episodi principali registrati attorno alle 18.25 sulla Leonessa oltre a quello sulla Maddalena (Blitzortung.org)
Attività elettrica su Brescia: i tre episodi principali registrati attorno alle 18.25 sulla Leonessa oltre a quello sulla Maddalena (Blitzortung.org)

A escludere l'eventualità di danni, sta anche un'altra circostanza rilevata dai vari sistemi di monitoraggio, vale a dire il fatto che il fulmine è stato, per dirla con gli addetti ai lavori, nube-nube: la carica elettrica liberatasi, insomma, non ha raggiunto terra. Se lo avesse fatto avrebbe rilasciato una quantità di energia notevole. Si parla in alcuni casi anche di mezzo milione di Megawatt, sia pure scaricati in una frazione impercettibile di secondo. Quanto basta però, fatti i calcoli del caso, per alimentare una comune lampadina da 100 watt per svariate decine di ore. Peccato, insomma, che non si possa disporre di condensatori in grado di immagazzinare tanta energia che potrebbe ben contribuire a contenere l'impatto ambientale derivante dalla produzione di corrente elettrica.

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