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Alluvioni, siccità e grandine: è allarme per gli eventi estremi

L’aumento delle temperature, legato ai cambiamenti climatici, rappresenta senza dubbio un fattore di rischio
Gli eventi meteo estremi sono sempre più frequenti - Foto Unsplash
Gli eventi meteo estremi sono sempre più frequenti - Foto Unsplash
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È passato un anno dalla disastrosa alluvione di Niardo ed eccoci, ancora una volta, a parlare di eventi estremi. Nei giorni scorsi la grandine ha flagellato la nostra provincia, mentre vicino a Pordenone è stato addirittura stabilito un nuovo record europeo, con un chicco che ha sfiorato i venti centimetri di diametro.

Negli ultimi dodici mesi siamo stati costretti più volte a parlare di eventi anomali: l’anno scorso è entrato in archivio come il meno piovoso di tutta la serie storica bresciana, l’estate 2022 ha conquistato il secondo posto nella classifica delle più calde di sempre, pochi giorni fa i termometri di Siracusa hanno raggiunto i + 38,2°C e la grandine ha colpito duramente il Nord Italia. I singoli eventi, per quanto rilevanti, non ci permettono però di fare un’analisi approfondita: supercelle, trombe d’aria e grandinate si verificavano anche un secolo fa. Tutto cambia se cerchiamo di ampliare la nostra prospettiva e prendiamo in considerazione la frequenza di questi fenomeni.

L’aumento delle temperature, legato ai cambiamenti climatici, rappresenta senza dubbio un fattore di rischio: il calore è energia e l’energia deve pur trovare una valvola di sfogo, che può essere rappresentata da venti impetuosi, violenti temporali o veri e propri nubifragi. Da solo, però, l’aumento delle temperature non basta.

Nel corso degli ultimi decenni si sono modificati anche i delicati equilibri delle configurazioni atmosferiche. L’alta pressione subtropicale africana si è spostata sempre più spesso verso Nord, deviando in questo modo il flusso delle perturbazioni atlantiche e portando prolungate parentesi stabili, con temperature superiori alla media. Le piogge, che un tempo erano distribuite in modo abbastanza omogeneo, adesso tendono a concentrarsi in episodi di breve durata. La media pluviometrica annua, per quanto riguarda la nostra città, non sta mostrando segnali univoci: alti e bassi si susseguono nel corso del tempo, ma è cambiata la distribuzione delle piogge. Inoltre, è in aumento la dimensione media dei chicchi di grandine e la violenza delle raffiche di vento.

Ricondurre singoli eventi al riscaldamento globale è comunque un esercizio discutibile e rischioso, perché mette sullo stesso piano due concetti molto diversi: il tempo ed il clima.

L’unico modo per rendersi conto che le anomalie termiche e pluviometriche stanno diventando sempre più frequenti è avere uno sguardo d’insieme. Solo così è possibile comprendere davvero la portata del cambiamento in atto.

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