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Si licenzia per girare l'America zaino in spalla, solo con i mezzi pubblici

Il sogno realizzato del 28enne bresciano Andrea Gusmeri: «Mi piacerebbe che capissimo che il mondo non è così cattivo»
Andrea davanti alla piramide di Chichén Itza
Andrea davanti alla piramide di Chichén Itza
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Il Natale 2023 il 28enne bresciano Andrea Gusmeri lo ha trascorso in Perù a fare surf, in una sosta del suo epico viaggio in solitaria verso la Terra del Fuoco. Tutto il Nuovo Mondo sui mezzi pubblici, da Nord a Sud senza aerei, fino alla città più meridionale della Terra, Ushuaia.

Un viaggio iniziato il 12 settembre da Calgary, nel Sud-Ovest del Canada, e poi via, zaino in spalla attraverso l’America: il parco nazionale di Banff, Vancouver, le città della West coast statunitense e il parco di Yosemite, un mese in Messico e poi Belize, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia, Ecuador e Perù, dov’è ora.

Il cambio vita

All’origine del viaggio un sogno coltivato da anni e un’«illuminazione» legata a un episodio lavorativo: «Volevo farlo - racconta - da quando avevo 18 anni, ma un lutto familiare, il Covid e altre vicende non me l’hanno permesso. Poi in occasione di un importante cambiamento lavorativo, in un’azienda che mi avrebbe pagato bene, al momento di firmare mi sono chiesto: “Voglio davvero farlo? I soldi mi darebbero la felicità?”. Mi sono risposto di no, e da lì ho iniziato il percorso mentale per poi licenziarmi e organizzare il viaggio».

Su una spiaggia californiana con la tavola da surf
Su una spiaggia californiana con la tavola da surf

I momenti emozionanti sono stati «tantissimi», ma due più di tutti: «Uno quando in Guatemala, mentre alle 3 di mattina salivo verso i 4.000 metri del vulcano Acatenango, c’è stata un’esplosione di lava: una cosa bellissima. L’altro i quattro giorni a San Blas, isole paradisiache di Panama con quattro-cinque abitanti ciascuna. Una cosa pazzesca». Né sono mancate le disavventure: «La peggiore in Messico, nel tratto da Tijuana a Guadalajara: è salita la Polizia per i controlli, hanno visto che ero straniero e mi hanno interrogato, per poi derubarmi. Subito dopo, il bus si è fermato a Hermosillo per fare benzina e mentre raccontavo l’episodio alla mia famiglia, è arrivata la mafia di Hermosillo e mi ha rapinato: tutto nella stessa sera! Ma è stata l’unica esperienza negativa».

Lezioni di strada

A questo viaggiatore nostrano rimangono ancora sogni nel cassetto, già da questa impresa, che vorrebbe allungare «fino in Antartide, anche se è difficile perché i prezzi sono altissimi».

In futuro, poi, «l’Australia o l’Uzbekistan». L’arrivo a Ushuaia è previsto tra gennaio e metà febbraio, poi ritorno a casa da Rio de Janeiro. Intanto ha già raccolto qualche insegnamento: «La gente è fantastica, appena può ti aiuta. Tante volte mi è capitato che non avessi Internet e non sapessi dove andare, chiedevo e mi accompagnavano senza volere nulla in cambio. Noi italiani abbiamo sempre timore a fare questo tipo di cose, tutti mi dicevano di stare attento. Sto attento, ma questo viaggio è stata per me la riprova che il 95% delle persone sono umane e gentili e appena possono ti aiutano anche se hanno molto meno di noi.

«Mi piacerebbe - conclude - che capissimo che il mondo non è così cattivo e che fare un viaggio zaino in spalla, benché difficile, vale la pena».

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