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Percorrendo la Val Setus, con gli occhi puntati al rifugio Pisciadù

Il passo Gardena è il punto di partenza di un impegnativo sentiero che introduce ad una valle arcigna, che si incunea nel gruppo del Sella
Uno scorcio del rifugio Pisciadù, in uno dei luoghi più incantevoli delle nostre Alpi
Uno scorcio del rifugio Pisciadù, in uno dei luoghi più incantevoli delle nostre Alpi
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Alta Badia e Gruppo del Sella compongono motivi di richiamo e di bellezza che risaltano nel contesto di tutti i gruppi dolomitici. Un lungo e appetitoso elenco di opportunità viene offerto nella stagione estiva agli appassionati di percorsi escursionistici, di vie di arrampicata su roccia e di ferrate che frequentano con soddisfazione questo grandioso ambito.

Anche i ciclisti su strada apprezzano la zona impegnandosi nel classico giro dei quattro passi: Sella, Pordoi, Campolongo e Gardena. Quest’ultimo passo, a scavalco tra la Val Gardena e la Val Badia, è il punto di partenza di un impegnativo sentiero per mezzo del quale si può accedere ad una valle arcigna che si incunea nel gruppo del Sella, e raggiunge una zona di interesse geologico e paesaggistico.

Val Setus è il nome di questa valle che scegliamo di percorrere, fissando come meta da raggiungere il rifugio dedicato all’alpino Franco Cavazza al Pisciadù.

La partenza

La partenza avviene direttamente dal parcheggio del Passo Gardena dove si inizia a camminare in direzione sud-est seguendo le indicazioni della larga traccia del sentiero numero 666, sulla quale transita anche una sezione dell’Alta Via numero 2 delle Dolomiti. Dopo il ripido tratto iniziale l’escursione procede meno faticosamente su pendenze ribassate ai piedi delle pareti del Col de Mesores, e poi raggiunge una falda detritica e le indicazioni di accesso alla ferrata Tridentina. Lasciata questa a sinistra al bivio si sceglie la destra per entrare nella Val Setus, che si propone come un ripido e selvaggio canalone che il sentiero segnalato risale per mezzo di tornanti.

Qualche tratto attrezzato con corde fisse supporta la faticosa progressione. Si affronta quindi un risalto più ripido prima di avviarsi in discesa tra gli sfasciumi rocciosi fino al rifugio Pisciadù ormai vicino, con il suo limitrofo pittoresco piccolo specchio d’acqua.

Chi sceglie di fermarsi a pernottare qui, o chi arriva al rifugio in orario adeguato, ha tempo per proseguire verso altre mete quali la Cima Pisciadù (sentiero 666) o la Sella omonima (sentiero 676).

Si rientra per lo stesso percorso dell’andata.

Scheda tecnica

Partenza: Passo Gardena, metri 2124

Arrivo: Rifugio Cavazza al Pisciadù, metri 2587

Dislivello: 463 metri

Tempo di percorrenza: 2h 30’ (solo andata)

Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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