Outdoor

Murales, simboli passati di un antistato

Orgosolo è la capitale dei "pittori di strada", oggi attrazione turistica.
AA

L'esempio più emblematico è Orgosolo, ma esistono interessanti testimonianze anche in altri centri della provincia di Nuoro e a San Sperate, Serramanna, Serrenti e Villacidro. Sono i murales, o meglio, più semplicemente, i disegni realizzati sulle pareti esterne alle abitazioni. Il meglio dell'estemporaneità pittorica di decine di artisti, che hanno voluto raccontare le loro ragioni del malessere, come nel caso dei piccoli centri della Barbagia, ma anche della cultura.

I murales, che raffigurano il simbolo dell'antistato, soprattutto nei centri della provincia di Nuoro, con Orgosolo in prima fila, sono diventati con gli anni attrazione turistica. Non solo durante l'estate, ma un pò in tutti i periodi dell'anno, i visitatori, non solo italiani ma anche stranieri, giungono nel paese che ha dato i natali a Graziano Mesina, per rubare uno scatto con la loro macchina digitale. Col tempo le enormi raffigurazioni sulle antiche case del centro barbaricino, sono diventate un simbolo di attrazione turistica.

Tant'è che qualche tempo fa ci fu chi osò disegnare un murales addirittura sulla parete esterna del locale commissariato di Polizia, proprio ad Orgosolo.

Ma i murales sono un richiamo anche nei centri della provincia di Cagliari; da San Sperate (paese che ha dato i natali al famoso scultore Pinuccio Sciola), fino a Serramanna, passando per Serrenti e per Villacidro. A Serramanna, sulle pareti delle case in pieno centro storico, campeggiano disegni anche di dieci metri quadrati. Un simbolo per la Sardegna e una curiosità per i visitatori, che sull'Isola abbondano dalla primavera fino all'autunno inoltrato.

Così i visitatori giungono in questi piccoli paesi, simbolo della tradizione che è anche memoria storica, per immortalare questi famosi dipinti. Una sorta di simbolo della Sardegna, che non è solo mare e montagna ma si rispecchia anche nel valore delle tradizioni antiche, ma tramutate fino ai giorni nostri.

Paolo Caboni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato