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L’erica delle nevi che per gli antichi frantumava i calcoli

Ruggero Bontempi
In aprile fiorisce un’erba conosciuta con diversi nomi ed è assai diffusa sui sentieri delle nostre montagne: il nome della pianta deriva da«eréiko» che significa frangere
L’erica è conosciuta come «scopina» o «carnacina» o «delle nevi»
L’erica è conosciuta come «scopina» o «carnacina» o «delle nevi»
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Percorrere sentieri nel mese di aprile offre l’opportunità di immergersi temporalmente nel periodo centrale di fioritura dell’erica carnicina, conosciuta anche come scopina o erica delle nevi. I piccoli fiori di questo arbusto di dimensioni nane e dalla chioma fitta richiamano l’attenzione di chi frequenta gli ambienti di montagna in virtù del loro brillante colore rosa. Iniziano a sbocciare in coincidenza con lo scioglimento del manto nevoso e vivacizzano gli ambienti attraversati dagli escursionisti fino al mese di giugno.

Il significato

Erica carnea è il nome scientifico di questa pianta. Il nome del genere deriva da«eréiko» che significa frangere, poiché in passato era diffusa la convinzione che questa specie avesse la facoltà di frantumare i calcoli renali. Un altro rimando è riferito alla capacità di spezzare la roccia con le sue radici, o ancora alla fragilità dei suoi rami. Il termine «carnea» utilizzato per indicare la specie deriva invece dalla tonalità rosata dei suoi fiori.

La diffusione

L’erica carnicina è ampiamente diffusa nelle regioni centrali e orientali dell’Italia settentrionale. Cresce anche sul territorio bresciano, dove si può osservare in zone collinari, prealpine e alpine fino a quasi 2500 metri, con esclusione della fascia bassa della pianura.

Il suo habitat naturale è rappresentato da prati e pascoli aridi su terreni calcarei poveri di humus, cespuglieti, brughiere, pendii sassosi, pinete e boschi di conifere con presenza di aree aperte e luminose, tuttavia può diffondersi anche in zone ombreggiate sul limite dei boschi.

Le caratteristiche

Il fusto dell’erica carnicina è strisciante e legnoso e non si innalza generalmente sopra 40 centimetri dal suolo. I rametti accolgono le foglie aghiformi sempreverdi di colore verde scuro, lucide e lunghe circa un centimetro, mentre i suoi piccoli fiori, molto fitti e raccolti in grappoli formano una sorta di cuscino distribuito in larghezza. Sono particolarmente apprezzati dalle api e hanno forma di botte.

Questa pianta ha proprietà farmaceutiche in virtù del forte effetto diuretico esercitato dai suoi fiori, che vengono impiegati per la produzione di tisane. Altri utilizzi diffusi sono quelli ornamentali in aiuole e giardini rocciosi. A livello lombardo l’erica carnicina è una specie protetta. Le minacce sono relative all’apertura di piste forestali e dall’avanzata del bosco che sottrae luce.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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