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L'alpinista Txikon: «La montagna è emozione, in inverno ancora di più»

Lo scalatore sarà in città venerdì alle 20 al Nuovo Flaminia: per lui già undici cime oltre gli ottomila metri
L'atleta Alex Txikon
L'atleta Alex Txikon
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«Il Manaslu invernale 2023 e altre storie» è il titolo della serata organizzata per questo venerdì al centro commerciale Nuovo Flaminia, in Via Sorelle Ambrosetti numero 10, con inizio alle ore 20. Nell’ambito del ciclo «A tu per tu con i grandi dello sport», DF Sport Specialist e Ferrino hanno invitato a Brescia l’alpinista basco Alex Txikon (ingresso libero e prenotazione gradita sul sito df-sportspecialist.it).

Txikon (classe 1981) è uno dei più preparati tra gli scalatori attivi nella stagione invernale e il 6 gennaio ha raggiunto in gruppo con 6 nepalesi la cima del Manaslu (8.163 metri). Così parla della sua passione.

Cosa la spinge ad affrontare le grandi cime himalayane nella stagione più severa?

«L’inverno mi regala maggiori soddisfazioni e quando aumentano le difficoltà si mostra la versione più vera della montagna».

Il 26 febbraio 2016 ha raggiunto la cima del Nanga Parbat (8126 metri), che non era mai stata salita nella stagione invernale, in compagnia di Ali Sadpara e dell’alpinista italiano Simone Moro. Quanto conta l’amicizia tra compagni di spedizione?

«Conosco questi due scalatori da circa vent’anni e formiamo un team davvero bello. È un punto di forza, dato che le difficoltà tecniche che abbiamo affrontato sul Nanga Parbat mi sento di paragonarle a quelle del K2».

Lei è l’ultimo dei suoi tanti fratelli. Come viene giudicata in famiglia la sua attività sportiva?

«È vero, sono il più giovane di una famiglia molto numerosa di 13 tra fratelli e sorelle. Ho iniziato a fare spedizioni nel 2002, sono già 21 anni... Sono sempre stato fortunato tornando a casa. Credo che tutti i miei parenti stretti e gli amici siano molto contenti di quello che faccio».

La passione per le vette può svilupparsi in numerose forme oltre a quella dell’alpinismo estremo che lei pratica. Quali consigli si sente di dare a chi si avvicina alla montagna per la prima volta?

«Divertitevi, divertitevi e basta. È questo il mio suggerimento a chi pensa alla montagna. Andate con i vostri migliori amici, andate nella natura, scoprite voi stessi attraverso quello che vi aspetta là fuori. Fatelo solo per voi stessi, non per gli altri».

Nel suo curriculum figura la salita di 11 delle 14 cime del mondo più alte di ottomila metri. I prossimi anni proseguirà nel tentativo di raggiungere anche le tre vette mancanti?

«No, non sono proprio interessato a salirle tutte (afferma ridendo, ndr). Ci sono già almeno un centinaio di persone che le hanno salite tutte. Non è che per me non sia importante, ma preferisco fare altre cose piuttosto che ripetere la salita di una vetta, magari in primavera, come componente di una grande spedizione, salendo con persone che preparano tutto per te. Certo, se qualcuno ha questo tipo di motivazione non è assolutamente un problema per me, e non muovo critiche verso di loro. Ognuno può fare quello che vuole, ma io non sono più interessato».

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