La grande magia della città del vento

La città del vento accoglie tra le ampie rive del lago Michigan, che pare il mare, e le sinuose curve del Chicago River, che rispecchiano il bosco di pietra e metallo nel quale si respira un ossigeno «riflesso».
La terza città più popolosa degli Stati Uniti dopo New York e Los Angeles mostra il carattere altero di chi ha saputo «cullare» presidenti del calibro di Abramo Lincoln che nel 1865 abolì la schiavitù e di Barack Obama, primo presidente di colore degli States. Del resto, Chicago «regala» un ampio respiro che trova linfa vitale nei molti quartieri e nelle grandi aree in cui possono esprimersi le composite anime dei suoi nove milioni di abitanti.
Sviluppo edilizio, riqualificazione urbanistica e ondate migratorie senza pari hanno investito e mutato inesorabilmente il volto di una città fiera della sua storia e della sua evoluzione. E, perché no, dello sferragliare del treno della sopraelevata che in tempi rapidissimi permette di cambiare scenario: dal Loop, distretto centrale degli affari nel quale i binari formano un vero e proprio anello (loop, appunto), al periferico quartiere cinese, tanto per citarne uno, in cui monumenti e piazze ricordano quanto questo popolo abbia contribuito alla crescita della città e, in compenso, non ne abbia - almeno in passato - ricevuto adeguato riconoscimento sociale.
La metropoli è il luogo di nascita dei grattacieli - sulla Michigan si specchiano nel «bean», il monumento-fagiolo del parco - gioielli ricchi di storia quali il Rookery, ma anche giganti come il Monadnock e la Sears Tower, ora la più alta degli Stati Uniti dopo il disastro delle Torri Gemelle.
Ma, oltre che architettonico, è anche luogo di un fermento culturale che ha permesso di nascere e svilupparsi ad una formidabile scuola di blues urbano grazie alla migrazione di musicisti afroamericani dagli Stati del Sud. È punto di attrazione per migliaia e migliaia di studenti che frequentano le storiche e blasonate università quali l'University of Chicago, istituita nel 1892. All'interno del campus gotico si possono ammirare luoghi di rara bellezza come la Rockefeller Memorial Chapel (ricordiamo che Rockefeller ha finanziato l'Università con 35 milioni di dollari), la William Rainey Harper Memorial Library e la Blond Chapel.
Come accade in tutte le grandi città, ci sono grandi contrasti che ne sono motivo di ricchezza.
Ed anche nelle situazioni che potrebbero sembrare senza speranza, come in alcune periferie profonde della grande metropoli, rimane lo spirito americano della possibilità di riscatto. Del resto, testimonial della possibilità di crescere fino a diventare l'inquilina della Casa Bianca, è la first lady Michelle Obama: «Quando mi sono iscritta alla prestigiosa università, molti dicevano che sarebbe stata troppo difficile per me, ex ragazzina del quartiere nero di Chicago. Ma se nella tua testa nasce la convinzione di non essere del tutto adatta a fare qualcosa, lasciandoti condizionare dagli altri, rischi di mollare. Invece, bisogna crederci, anche se si deve lavorare molto duramente».
Anna Della Moretta
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato