«Io, sopravvissuto a - 15 gradi, nel buio della notte lappone»

Non tutti vanno in Lapponia per vedere la calda e accogliente "Casa di Babbo Natale". C’è anche chi vi si reca per imparare tecniche di sopravvivenza nel freddo glaciale: è il caso di Paolo Mazzoleni, appena tornato da Porius. Tralasciando l’epopea del viaggio di andata e di ritorno dalla sperduta località svedese, qui - insieme con 14 connazionali conosciuti tramite l’associazione «Sos 2012» - Mazzoleni ha trascorso tre giorni a stretto contatto con la natura più ostile, da cui è uscito indenne grazie ai consigli della guida Toby (un ex soldato inglese).
L’avventura
Già istruttore di sopravvivenza di Garda Survival, il 48enne nativo di Chiari e residente oggi ai Garletti di Calcinato, ha affrontato - non senza un adeguato breafing - una difficile situazione di pericolo, allestendo un bivacco in un bosco con temperature vicine ai -15°C, avvolto dal buio (con solo 4 ore di luce a disposizione) e da silenzio assoluto.

«L’ho intrapresa con convinzione, nonostante mi dessero del matto, e sono felicissimo dell’esperienza: ho ampliato il mio bagaglio di nozioni nel settore - dichiara a posteriori -. Sono stato messo a dura prova per non morire per assideramento. Per cavarmela, serve ovviamente una grande preparazione mentale, oltre ad accorgimenti tecnici per districarsi lentamente nella coltre di neve (da far sciogliere in quantità e bollire, per poter bere, ndr), sapere cosa cercare in loco e come usarlo a proprio vantaggio senza disperdere energie, mantenendo il calore corporeo ed evitando di bagnarsi o di sudare. Il tutto, senza scordarsi di predisporre segnali per eventuali aiuti: un errore o una svista possono, altrimenti, costare caro».
Alla fine è comunque andato tutto bene. Ma il capitolo con l’estremo non è affatto chiuso. Il desiderio di sperimentare ambienti fuori dall’ordinario (per pura passione) non si placa, anzi, per il bresciano: «Nel 2024 tornerò al Circolo polare artico, per un’escursione impervia con gli sci, poi a settembre mi aspetta l’Africa», confida.
In Valvestino
Nel mentre, freme dalla voglia di condividere le conoscenze apprese con il gruppo Xtreme: fondato nel 2020 con Alessandro Maccabelli, il sodalizio accompagna solitamente negli weekend singoli e famiglie ad affrontare un mini-corso di sopravvivenza a Valvestino. «Qualcuno potrebbe dire che non c’è bisogno di uscite simili, eppure c’è tanto da scoprire... e non si smette mai di imparare», sentenzia Paolo.
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