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Il dolce risveglio (in quota) del moscardino

Ruggero Bontempi
Il «Muscardinus avellanarius» è specie protetta, ghiotta di nocciole e il cui odore ricorda il muschio
Il «Muscardinus avellanarius» è diffuso tra i boschi misti o di querce
Il «Muscardinus avellanarius» è diffuso tra i boschi misti o di querce
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Un grande mangiatore di nocciole. Se si vuole fare sintesi delle caratteristiche principali del moscardino si deve senza dubbio citare la sua predilezione per questo cibo, al quale accompagna nella dieta anche ghiande, bacche, noci, gemme e frutti succosi, e più raramente insetti e uova. Il leggero odore di muschio che emana è richiamato nel nome Muscardinus del genere, mentre quello della specie – avellanarius –  fa proprio riferimento alla passione di questo piccolo roditore per le nocciole.

In natura la traccia del suo passaggio si rivela sul guscio vuoto osservando un buco rotondeggiante attorniato dai segni lasciati dai denti, impressi in modo parallelo e leggermente inclinati rispetto all’apertura. In queste settimane il moscardino si rimette in attività al termine del periodo invernale, che ha trascorso in letargo in un giaciglio dalla forma sferica costruito a livello del suolo.

In virtù della sua dieta specializzata, a differenza degli altri piccoli mammiferi appartenenti alla stessa famiglia dei Gliridi, si mostra esigente nella scelta degli habitat da frequentare, all’interno dei quali devono essere presenti numerose specie arboree e arbustive. La sua preferenza viene spesso esercitata per i cedui di latifoglie, in particolare di querce, e per i boschi misti, su piani altitudinali che dal livello del mare si estendono fino a circa 1800 metri di quota.

Questa specie protetta è presente anche sul territorio della provincia di Brescia, con distribuzione minore nelle zone di pianura, nelle quali ricerca i margini di boschi residui e di siepi, e talvolta i complessi agricoli che offrono condizioni di elevata naturalità.

Le caratteristiche

Grazie alle dita munite di cuscinetti palmari, alla sua notevole agilità, e alla coda parzialmente prensile, possiede ottime doti di arrampicatore, che sfrutta nella ricerca del cibo in orari in prevalenza notturni, abitudine che lo rende quindi difficilmente osservabile. Il peso di questo animale può variare tra 15 e 40 grammi, mentre la lunghezza del corpo non raggiunge i 10 centimetri.

Gli adulti mostrano un colore che permette di non confonderlo con un topo, che varia dalla tonalità bruno-arancio sul dorso a quella bianco-crema sul ventre. Gli occhi sono neri e sporgenti e le orecchie piccole. Oltre che dai predatori in natura rappresentati da serpenti, mammiferi carnivori e rapaci notturni, è minacciato dalla riduzione dei reticolo di siepi e degli habitat forestali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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