I millenial hanno paura a chiedere le ferie al loro capo
L’estate è sinonimo di meritato riposo e distacco dal lavoro, un periodo utile a rafforzare i legami affettivi e dedicarsi a se stessi, ripristinando lo stato di salute fisico e psicologico. Ma lo stress non va mai in vacanza ed è soprattutto l’ansia da piano ferie a scatenare il panico.
Secondo una recente ricerca americana pubblicata su AdWeek, infatti, è in costante aumento tra i giovani la «vacation shaming», ovvero la paura di richiedere ferie per evitare possibili contrasti con colleghi e manager: il 63% dei millennial ha infatti dichiarato di provare costantemente questo sentimento di ansia, rinunciando a giorni e ore di ferie, mentre ancora peggio va per la Generazione Z (76%).
Un trend negativo che sta dilagando anche in Italia e che colpisce soprattutto le donne (64%) rispetto agli uomini (36%): le principali cause di stress sono legate alla scelta del giusto momento per comunicare la richiesta di ferie al capo (34%), alla paura di possibili ripercussioni lavorative (27%) e alle frustrazioni con i colleghi (21%). A tutto ciò si aggiungono una serie di ulteriori preoccupazioni legate all’organizzazione last minute del viaggio a causa dei ritardi nell’approvazione del piano ferie (34%), da problemi economici legati al budget (26%) e dal pensiero di dover tornare in ufficio alla solita routine (29%).
A peggiorare la situazione ci pensa anche la stagione, dato che secondo una ricerca dell’American Physiological Society pubblicata su Science Daily, modifica i ritmi biologici dell’organismo causando un aumento del cortisolo, l’ormone dello stress. È quanto emerge da un’indagine svolta da Espresso Communication con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1.500 persone tra i 18 e i 55 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community per individuare le cause dello stress pre-vacanziero.
«La nostra cultura in continua presa diretta non ci aiuta minimamente a staccare dalla routine lavorativa ed è per questo che i cicli che compongono le attività quotidiane conditi da pensieri legati agli insuccessi lavorativi o ai fallimenti aziendali, diventano addirittura un incubo con la richiesta delle ferie - spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, che ha affiancato grandi imprenditori e professionisti nel raggiungimento dei propri obbiettivi -. La pausa estiva rappresenta una forma di manutenzione obbligatoria da attuare per continuare ad apportare risultati efficaci per l’azienda, nel team e in famiglia. Pensando in termini di semplificazione, l’obiettivo è quello di sospendere le attività e limitarsi al minimo indispensabile durante le vacanze. Per questo motivo il mio consiglio è quello di trasformare il senso di colpa dell’assenza in una consapevolezza di necessità e salute, ricordarsi che le ferie sono un diritto e comunicare in largo anticipo con i propri colleghi e superiori, evitando di dare adito a inutili dissapori e fonti di stress».
Ecco infine il decalogo di consigli della coach Marina Osnaghi per combattere la «vacation shaming»:
- Scegliere con criterio le proprie ferie è utile per capire il giusto periodo in cui essere assenti da lavoro, evitando che il carico si dilati sino all’estremo.
- Gestire il senso di urgenza attraverso un action plan pre-partenza è fondamentale per godersi una vacanza serena priva di inutili stress.
- Comunicare in anticipo le proprie intenzioni estive permette di gestire una migliore organizzazione con il team di lavoro, evitando litigi e malumori.
- Non aver paura di chiedere aiuto al proprio collega: delegare un compito da svolgere in vostra assenza, nei limiti del possibile, e ricambiare il favore aumenta la fiducia e il teamworking.
- Scambiarsi feedback sinceri permette di evitare i fraintendimenti che alimentano insoddisfazione e dissapori.
- Stilare una lista di quello che si farà al ritorno permette di svuotare temporaneamente il cervello e dargli un senso di ordine e controllo.
- Ascoltare se stessi e i propri limiti permette di capire in anticipo quando sia arrivato il momento di staccare momentaneamente la spina per evitare un burnout mentale.
- Trasformare il senso di colpa dell’andare in ferie in una consapevolezza di necessità e salute: la vostra assenza dal posto di lavoro non è sinonimo della fine del mondo.
- Evitare la tristezza e pensare ai fattori positivi della vita di tutti i giorni consente di migliorare il proprio status fisico e psicologico.
- Chiudere tutti i cicli e aprire il file vacanza: potrebbe essere utile anche un gesto fisico come un’affermazione a voce alta.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia