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Famiglia in bici da Gavardo a Carcassone: slow travel e flessibilità

Prosegue il viaggio attraverso la Francia dei bresciani con due bimbi di 4 anni e 9 mesi, non senza imprevisti
  • Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
    Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
  • Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
    Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
  • Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
    Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
  • Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
    Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
  • Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
    Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
  • Giù dalla sella, tutti in tenda: l'avventura quotidiana della @famigliaonbike
    Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
  • Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
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  • Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
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  • Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
    Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
  • Il suggestivo colpo d'occhio di Carcassonne - Foto @famigliaonbike
    Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
  • Metà @famigliaonbike in viaggio nonostante il maltempo
    Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
  • Lungo l'argine del Canal du Midi - Foto @famigliaonbike
    Da Gavardo a Carcassonne, prosegue il viaggio della famiglia in bici
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La famiglia bresciana «on bike» non si ferma. Il viaggio attraverso la Francia della coppia di Gavardo e dei loro figlioletti continua, nonostante le difficoltà e le condizioni meteo non del tutto favorevoli. Gianni, Veronica ed i due bambini stanno risalendo con le loro biciclette il Canal du Midi.

Bici in lingua d'Oc

Dopo i primi due giorni a Narbona, per ricaricare le batterie dopo il viaggio in automobile e provare un’ultima volta le biciclette, i ragazzi sono partiti verso il nord della Francia seguendo la «via verde». La prima vera tappa prevista in sella era la Carcassonne-Avignolet-Lauragias. Carcassonne è perla della regione della Linguadoca, che tutti conosciamo per le lontane nozioni di letteratura studiate in passato: la provincia deriva infatti il suo nome dall’antica lingua parlata, la «lingua d’oc», in contrapposizione a quella parlata nel nord della Fracia, la «lingua d’oil», dove oc e oil sono i due modi usati per dire sì. Le due regioni, con queste lingue che hanno poi influenzato tutta la cultura europea dal IX secolo in poi, hanno prodotto al nord racconti di gesta cavalleresche ed al sud quelli più legati all’amore ed ai sentimenti: nel nostro caso entrambi i campi sposerebbero l’impresa dei gavardesi che sul loro «anticavallo» stanno puntando a nord.

Pedalare a Carcassone

Carcassonne, bellissima da visitare, ha un grande castello con una doppia cinta muraria e una serie di fortificazioni, nominata patrimonio dell’Unesco nel 1997. Proprio qui passa il Canal du Midi, che collega il mar Mediterraneo con l’Oceano Atlantico ed è costeggiato dalla via verde più importante di Francia. E Proprio qui nascono le prime difficoltà: certo, in Italia non abbiamo ancora una rete ciclabile importante e strutturata in mezzo al verde con strade asfaltate o bianche ma in Francia, quando si parla di «via verde», non si intende esattamente una ciclabile asfaltata, ma una ciclovia in mezzo alla natura con passaggi che possono essere ridotti e una quasi totale assenza di asfalto. Si è reso necessario uno scambio di bagaglio fra le due biciclette coinvolte nel viaggio: essendo la bicicletta di Veronica in carbonio, materiale che presenta caratteristiche di resistenza legate alla direzione dello sforzo, vedeva una torsione importante nella parte posteriore del telaio a causa del carrello monoruota trainato. Così i ragazzi hanno dovuto invertire i traini per non rischiare rotture e l’abbandono alla vacanza: cambio di bagaglio significa per chi traina circa 40 kg in più!

Parola d'ordine: rimodulazione

Metà @famigliaonbike in viaggio nonostante il maltempo
Metà @famigliaonbike in viaggio nonostante il maltempo

Il passaggio sulle prime tratte della ciclovia è stato difficoltoso per la presenza del fango e di alcune zone con lavori in corso che, restringendo ulteriormente la carreggiata, hanno costretto la famiglia a continui rallentamenti sulla tabella di marcia: nessun problema, fra una merenda e dei giochi con la palla con i bambini non c’è mai stato il tempo per annoiarsi. La tappa prevedeva un totale di 60.2 km e un dislivello di 123 metri ma, a causa della continua variabilità del tempo che sta colpendo tutta Europa in questi giorni, è stata spezzata in due frazioni di egual misura. Gianni ci racconta che «la rimodulazione è stata la parola chiave dei primi giorni di viaggio: abbiamo spezzato la prima e la seconda tappa perché la pioggia avrebbe reso impossibile pedalare con i bambini al seguito. Abbiamo trovato senza problemi un’area attrezzata per il campeggio e ci siamo accampati. Vivere l’avventura è molto stimolante per Gabiele, il bimbo più grande, che si diverte a veder montare la tenda e ad abitarvi col rumore incessante della pioggia. I tempi del nostro viaggio sono sempre dettati dalle esigenze die bambini, è uno “slow travel”, e non importa rallentare o non raggiungere la meta prefissata, basta avere sempre a disposizione un piano B».

Non solo strada

Il primo stop «forzato» è stato quindi a Castelnaudary, cittadina medievale di circa dodicimila abitanti che ospita una delle caserme di addestramento della Legione Straniera ed è famosa per il cassoulet, piatto tipico della Linguadoca a base di fagioli, carne di anatra, stinco di maiale e pomodoro, il tutto cotto in casseruole di terracotta. Il cassoulet, oltre a sposarsi bene con le condizioni meteo avverse che stanno caratterizzando il viaggio date le basse temperature, è un po’ il piatto che identifica non solo l’Occitania ma anche la ciclabile che passa da Carcassonne, Castelnaudary e quindi Tolosa: le cittadine infatti si contendono la paternità di questa prelibatezza da ormai secoli, con buona pace di turisti e locali che può assaggiarne le numerose varianti.

Pronti a tutto

Giù dalla sella, tutti in tenda: l'avventura quotidiana della @famigliaonbike
Giù dalla sella, tutti in tenda: l'avventura quotidiana della @famigliaonbike

Con questa filosofia anche la seconda tappa è partita a rilento fra fango, pioggia e maltempo. Come è stato affrontare l’inizio del viaggio in queste condizioni? «Non è stato facile, dalla nostra abbiamo il fatto di non aver fretta e di aver sempre la possibilità di prendere un treno per tornare a Narbona, dove abbiamo lasciato l’automobile. Sicuramente con due bambini diventa impegnativo far collimare le loro esigenze con gli spostamenti ma anche questo fa parte della nostra esperienza. Fermandoci per la semitappa abbiamo avuto modo di incontrare altri viaggiatori: altre famiglie in bicicletta, francesi per lo più, che percorrono la nostra stessa via, con estrema naturalezza. Qualcuno fa tappe molto corte, di circa 15 chilometri, ma non è un problema, ci sono moltissime aree attrezzate in zona ed a prezzi davvero vantaggiosi, non è poi difficile riorganizzarsi».

Attraverso la Città Rosa

Fortunatamente le nuvole si sono diradate e si è potuto a ritornare sui binari prefissati, grazie ad una ciclabile asfaltata che ha portato i ragazzi velocemente a Tolosa, con un solo giorno di ritardo rispetto alla tabella di marcia. «Tolosa è una città molto grande (è fra le più popolose di Francia) e in questo periodo attraversarla è stato un po’ come sentirsi a casa: la chiamano la “Città Rosa” per il colore dei mattoni dei suoi edifici storici, un po’ come quando passa il Giro d’Italia dalle nostre parti che si vestono tutti i paesi del colore della corsa». La difficoltà maggiore nel caso di pioggia, per un’avventura come questa, è il riuscire a far asciugare la tenda ogni mattina prima di ripiegarla e caricarla sulla bicicletta per la tappa successiva: fortunatamente le piogge lasciano una tregua sufficiente all’operazione e le ripartenze riescono ad avvenire in tempi accettabili. Con il favore del pisolino prolungato della mattina per i bambini è possibile riguadagnare strada e tempo e concedersi la possibilità di lavare e asciugare tutti i bagagli.

Tolosa-Moissac & pannolini

Lungo l'argine del Canal du Midi - Foto @famigliaonbike
Lungo l'argine del Canal du Midi - Foto @famigliaonbike

Dopo la sosta a Tolosa, per qualche fotografia e una notte tranquilla è stata la volta della tappa, finora regina, Tolosa-Moissac: da qui sembra essere tutta in discesa, con strada asfaltata e scorrevole, che ha permesso percorrenze tranquille con «pause pannolino» e merenda rilassate. «Viaggiare in queste condizioni è davvero bello: la zona qui è molto panoramica, con un paesaggio bucolico, di quelli che si vedono nelle lunghe tappe del Tour de France in cui il gruppo si trasferisce dai Pirenei verso le Alpi. Stiamo riscoprendo il piacere e l’importanza del viaggio senza pensare troppo alla meta, con un clima rilassato e piacevole. Quest’ultima tappa, prima di un giorno programmato di riposo a Moissac, è stata di circa 60 km, senza tratti di salita o passaggi difficoltosi: è davvero rilassante. Incontriamo di tanto in tanto altri viaggiatori, non solo francesi, con cui abbiamo sempre la possibilità di scambiare qualche parola. È molto bello constatare che gli italiani vengono ben visti, a dispetto di quanto si pensi spesso, e vedere che spirito di collaborazione ci sia fra i vari pedalatori: non si nega mai un aiuto, una spinta, la collaborazione per un cambio ruota o una semplice borraccia. Viaggiare, pedalare su queste strade, sposa la passione per le due ruote e il ritrovare la fratellanza fra i popoli».

La lezione del viaggio

Un’avventura a tutto tondo, insomma, che non solo dà la possibilità di conoscere nuovi luoghi, ma anche di riscoprirsi: «Sì, esatto, stiamo imparando molto di noi. Il maltempo o i piccoli problemi ai mezzi sono piccole battaglie contro la sorte in cui devi sempre vincere e spesso lo riesci a fare grazie all’aiuto di qualcuno che capita sulla tua strada. Ci sentiamo un po’ come Jovanotti nel suo ultimo viaggio, non vogliamo cambiare pianeta!». E come spiegava proprio Jovanotti, l’importante è prendere e partire, poi si vedrà. A Moissac si riposa per una giornata prima di riprendere la strada per Auguillon, con 86 km previsti e la speranza che il tempo continui ad assistere i nostri bresciani in viaggio.

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