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Due speleologi bresciani tornano nelle Filippine a esplorare le grotte

Matteo Rivadossi e Teresa Lecchi fanno parte del gruppo internazionale che conduce ricerche scientifiche nell’isola di Samar
Un momento di una precedente spedizione - Foto Rivadossi, tratta dalla pagina Facebook
Un momento di una precedente spedizione - Foto Rivadossi, tratta dalla pagina Facebook
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È partita ieri per le Filippine la spedizione speleologica internazionale Samar 2023, organizzata dall’associazione Odissea Naturavventura in collaborazione con il Gruppo Grotte Brescia «Corrado Allegretti».

Si appresta quindi a realizzarsi una nuova tappa del progetto ventennale di ricerca a conduzione bresciana che, ad oggi, ha permesso di topografare in questa remota zona del Sud-Est asiatico quasi 150 chilometri di nuove cavità, configurandosi come il più grande risultato esplorativo mai conseguito da speleologi italiani all’estero.

Fino al 17 aprile sette speleologi di nazionalità italiana, slovena e filippina opereranno principalmente all’interno di una nuova area carsica situata nella zona meridionale dell’isola di Samar. Il gruppo italiano è composto dai bresciani Matteo Rivadossi e Teresa Lecchi, dal veronese Guido Rossi e dal vicentino Stefano Panizzon.

Dopo la pandemia

Il navense Rivadossi, a capo della spedizione, descrive questa nuova esperienza con l’entusiasmo che lo caratterizza sempre alla vigilia di ogni partenza: «Ancora nelle Filippine! Dopo l’emozione provata nel 2017 con la fantastica giunzione di 32 chilometri tra i complessi sotterranei di Sulpan e Male-Ho, abbiamo dovuto interrompere le spedizioni a causa della pandemia, e oggi, dopo sei lunghissimi anni, torniamo finalmente a Samar in una zona curiosamente nuova».

Di quali informazioni disponete?

«L’area carsica di nostro interesse è fortemente tormentata e coperta da una foresta di trenta chilometri quadrati all’interno della quale spariscono una decina di corsi d’acqua, che pare facciano riferimento all’unica sorgente. Abbiamo incrociato le mappe geografiche con le immagini satellitari scorgendo dei segmenti fluviali, e questo ci è bastato per sognare».

Come avverrà l’organizzazione in loco?

«Prima di occuparci degli obiettivi esplorativi dobbiamo avviare la logistica. Partiremo dai villaggi più vicini per impostare un campo nella foresta in completa autonomia, suddividendoci i compiti del reperimento dei permessi e della preparazione di materiali e provviste».

Gli obiettivi sono già stati individuati?

«Abbiamo impostato le coordinate dei punti da raggiungere sui nostri Gps. Le difficoltà riguardano le condizioni meteo, l’incertezza geopolitica della zona, la presenza di sifoni, frane e ostruzioni in grotta. Ma tutti questi elementi di incertezza fanno parte dell’avventura che vogliamo vivere». Le fasi della spedizione possono essere seguite sul sito ggb.it e sulla pagine Facebook e Instagram del Gruppo Grotte Brescia.

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